SIAMO VIVI, SIAMO PRESENTI, SIAMO UNITI CONTRO IL VIRUS

SIAMO VIVI, SIAMO PRESENTI, SIAMO UNITI CONTRO IL VIRUS

Dal silenzio del giorno, al commovente rumore della sera. Il bisogno di sentirci un popolo unito. Un popolo che resiste malgrado tutto.Il giorno timidamente si esce, mascherine e guanti sono di rigore. Giusto il tempo per fare un pò di spesa, e andando in orari dove trovi meno fila. Andiamo in macchina cosi possiamo sentire la musica che ho messo da poco sulla chiavetta. Tommaso è li che sceglie canzone per canzone, e poi si ferma su ‘Roma Capoccia’, in questa domenica strana, una canzone simbolo di questa città. Anche i giovani tramite i loro lunghi silenzi riescono a capire che l’epidemia è una cosa seria. Per un attimo mentre la musica andava, ho rivisto me alla sua età, quei silenzi così familiari, quelle paure così uguali. Chissà cosa racconterà un giorno ai suoi figli. Se ci sarò ancora, mi prenderà in giro e la butterà in “caciara” come diciamo a Roma. Nel frattempo sono arrivata al supermercato, di solito scendiamo insieme, oggi invece mi ha detto: “mamma resta in macchina, non devi rischiare”. Ho pensato subito che neanche i giovani devono rischiare… Stasera si sentono cori da stadio, c’è gente che grida. I giovani, il nostro futuro, il nostri passi futuri. Questa chiusura forzata comincia a farsi sentire e diventa soffocante la libertà negata. Ma non importa, va bene così, l’importante é che si esca il prima possibile da quest’incubo. Intanto le notizie, raccontano anche dei flashmob in tutta Italia, basta spegnere le luci e puntare con il telefonino verso il cielo, il satellite riprenderà l’Italia tutta luminosa che solidale combatte. È allora accendiamo i nostri telefonini e puntiamoli in alto come candele che illuminano il cammino di tutti gli operatori sanitari che ogni giorno sono in trincea. Ci sono notizie che fanno male davvero. La Lombardia, la più colpita. È Un dolore immenso, è un lutto che coinvolge e avvolge tutto lo stivale.