IL PARLAMENTO SECONDO SALVINI E LA MELONI
Nel mondo del lavoro una vastissima percentuale di lavoratori che, in conseguenza della situazione provocata dal corona virus, svolge la propria attività a casa. Decisione giusta per evitare contagi, per evitare quindi di peggiorare una situazione di per sé già drammatica. Poi ci sono gli “stakanovisti” del momento, che invece invocano di raggiungere comunque il posto di lavoro appellandosi all’etica professionale. E’ il caso dell’ineffabile “duo” dell’opposizione, a tutto campo, Meloni, Salvini. I due infatti chiedono, con toni imperativi, che i parlamentari facciano il loro lavoro e che quindi si rechino chi a Montecitorio, chi a Palazzo Madama per espletare le loro funzioni. C’è da chiedersi se è una spiritosaggine la loro o se ci credono davvero viste le loro percentuali di assenteismo. Giorgia Meloni, la leader di Fratelli d’Italia, ha una percentuale di assenza che arriva al 78,92% riferito alle non partecipazioni ai voti, un 15% di assenze coperto da “in missione” (fonte openpolis.it). Riguardo Salvini dalla sua scheda risulta infatti che da inizio legislatura Salvini è stato presente solo all’1,73% delle votazioni. Tuttavia anche le assenze risultano essere poche (0,52%) poiché nella maggior parte dei casi quale ministro appare come in missione (97,75%) (fonte openpolis.it), missioni che di ministeriale avevano in pratica ben poco, come le varie campagne elettorali chiuse al Papeete Beach. Quindi altro che “stakanovisti”. Il fatto è che anche in questo richiamo al lavoro, “imperativo”, pongono i loro interessi in cima a quelli ai quali dovrebbero collaborare, quelli cioè legati all’emergenza. E invece c’è chi chiede addirittura nuove elezioni a Maggio definendo il governo incapace di agire in merito. E chi sempre, contestando il governo, offre soluzioni poco credibili, e confuse, visto che un giorno dichiara di voler lasciare tutto aperto, libera circolazione quindi ritenendo superflua e ingiustificata tanta cautela seguendo l’imput del premier inglese, e un altro di voler chiudere ogni varco, ogni possibilità di contatto per evitare il propagarsi della pandemia, salvo poi contravvenire personalmente a queste indicazioni, della serie vale per tutti ma non per me di Marchese del Grillo memoria. Un’altra dimostrazione di come vengono considerate le istituzioni da “quelle parti”, che dovrebbero funzionare a seconda dei loro desideri e dei loro comodi. Fortunatamente non è così e se ne devono fare una ragione. Giusto il richiamo del Presidente Mattarella ad un reale e disinteressato spirito di collaborazione per fronteggiare, da italiani veri e non a seconda dei casi, l’emergenza attuale. Richiamo che si riferisce alla decisione, irresponsabile e cinica, della lega e della destra tutta di mettersi di traverso, nella discussione in commissione, del decreto del governo facendo slittare decisioni che sono vitali per il Paese, per la salute dei cittadini.
