LETTA, LA UE E LO SPETTRO DEL SOVRANISMO

LETTA, LA UE E LO SPETTRO DEL SOVRANISMO

Ho stima di Enrico Letta, per quel che vale il mio parere. Mi piace che ci sia un politico che sembra più serio che furbo, più studioso che astuto. Ho quindi letto subito la sua intervista alla Stampa (https://tinyurl.com/tso8dny) su crisi da Coronavirus e risposta Ue. Ho però due obiezioni. La prima: perché il discorso sulla Ue è sempre tutto o niente? O la si accetta o la si distrugge? Lui ne sa più e meglio di me, ma non mi sembra che la realtà sia questa. L’Italexit forse impazza sui social ma come proposta politica è più che minoritaria. E i Paesi davvero sovranisti (Polonia e Ungheria, per dire) nella Ue si trovano benissimo. La seconda, conseguente: l’attuale spaccatura sugli strumenti finanziari da impiegare per rimediare alla crisi da Coronavirus è tutta interna alla Ue, non viene da fuori. Non l’hanno creata i suoi critici sovranisti. Non è questa una delle cose che fa capire Mario Draghi nel suo celebrato intervento dei giorni scorsi, che tra l’altro è una (involontaria?) delegittimazione della Lagarde succedutagli alla Bce? Tale spaccatura è il frutto di quel sovranismo endemico, “naturale”, che è il Coronavirus della Ue e a cui la Ue, ormai anzianotta, non sa reagire. Nel chiedere interventi speciali contro la crisi l’Italia è ora affiancata alla Francia. Bene. Ma quando la crisi sarà passata, la Francia proseguirà nella sua azione oggettivamente anti-italiana e anti-europea in Libia, per fare un esempio? Per dirla in due parole: le energie politiche che vengono spese per cacciare lo spettro sovranista non sarebbero meglio impiegate per riformare lo spirito e i meccanismi decisionali della Ue?