LA DEBACLE BUROCRATICA

Sta finalmente emergendo lo scandalo della burocrazia sanitaria, nazionale e regionale, che non ha dato l’allarme in tempo sul coronavirus, e avrebbe potuto farlo. “Report” ha denunciato ieri sera come tra la fine dell’anno e la prima quindicina di gennaio, negli ospedali di Milano e in quelli di Piacenza si fosse registrata un’impennata anomala delle polmoniti, rispetto agli anni precedenti, dunque ben prima del paziente 1 di Codogno, che risale al 21 febbraio. Il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, chiede alla sua Direzione generale della Prevenzione dati sul fenomeno polmoniti degli ultimi mesi, e questa risponde che non sono disponibili. Ma che razza di prevenzione può fare, se non raccoglie i dati? Quando il 31 dicembre la Cina avvisò l’Oms di quanto era successo, subito sarebbe dovuto scattare l’allerta prevenzione, in modo da prepararsi al peggio. Il 22 gennaio il ministero indica i criteri per verificare i casi sospetti, ma capire subito se c’è stata un’impennata di polmoniti, no? Non ne valeva la pena? E alla lettera di Sileri, quei direttori generali non potevano rispondere: signor Viceministro, i dati non sono disponibili, ma dateci tre giorni e ve li forniremo. Quanto ci vuole a fare un sondaggio su un centinaio di ospedali-campione, mettendo una squadra di sei-sette funzionari al lavoro? Ancora: quanti morti si sarebbero evitati, agendo subito? Quanti medici e infermieri sarebbero stati tutelati, con un oculato approvvigionamento di mascherine, guanti e tute? La burocrazia non paga mai, in questo Paese: incassa soltanto. E quella del ministero della Salute è tra le meglio retribuite: da un riscontro che effettuai per il mio saggio “Dinosauri”, uscito nel 2015, venne fuori che lo stipendio medio annuo dei direttori generali di quel ministero era di 231 mila euro lordi, con un premio di risultato di oltre 30 mila euro. Quest’ultimo, da solo, superiore alla retribuzione di molti italiani. Ma adesso guadagnano ancora di più, perché il rinnovo contrattuale della dirigenza dell’ottobre 2019, varato nella più totale indifferenza dei media, ha regalato altri 500 euro lordi di aumento al mese, a questi direttori generali che sono già i meglio retribuiti d’Europa e del mondo. E anche stavolta i burocrati della Sanità, e quelli delle Regioni, si prenderanno il loro bravo premio di risultato, perché non c’è nessuno che valuti seriamente quello che hanno fatto.