CORONAVIRUS, STANZIATI 750 MILIARDI PER LE IMPRESE. SCUOLA, NIENTE ESAMI DI STATO
Il Consiglio dei ministri, previsto oggi alle 11,30, sul decreto Liquidità, è iniziato quasi con un’ora di ritardo, il presidente Giuseppe Conte ha prima riunito a Palazzo Chigi i capi delegazione dei partiti di maggioranza con il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro. In questo momento il Cdm è sospeso per una pausa, ma è stato già approvato il decreto sulla scuola, che prevede tra le varie cose: l’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione verrà sostituito con la valutazione finale da parte del consiglio di classe che tiene conto anche di un elaborato del candidato.Inoltre: Via libera, alle assunzioni chieste dal Ministero dell’Istruzione per recuperare parte dei posti liberati nell’estate del 2019 da quota 100. Secondo quanto si apprende da fonti di governo sarebbe ancora in via di definizione il testo del decreto sulle imprese e in particolare le norme sulle garanzie per dare liquidità. “Trovata l’intesa sul pacchetto liquidità alle imprese, in grado di mobilitare risorse per oltre 750 miliardi di euro, oltre 400 in più rispetto ai 350 miliardi già previsti nel Dl cura Italia”, secondo fonti del Mef che spiegano che si liberano 200 miliardi per la liquidità delle imprese e 200 miliardi per il sostegno dell’export. Nel decreto sulla liquidità alle imprese, rendono noto fonti del ministero, “si mobilitano 200 miliardi di prestiti con garanzie fino al 90% per tutte le imprese, senza limiti di fatturato”. Con il decreto imprese, si apprende dal ministero dell’Economia, viene “rafforzato il ruolo di Sace anche nel campo dell’export e del sostegno alla internazionalizzazione delle imprese”. L’intesa trovata dal governo sul pacchetto liquidità alle imprese è “in grado di mobilitare risorse per oltre 750 miliardi di euro”: con il decreto imprese arrivano “oltre 400 in più rispetto ai 350 miliardi già previsti nel dl cura Italia”. Arriva in Consiglio dei ministri anche una deliberazione per l’assegnazione di risorse al commissario straordinario Domenico Arcuri, il cui ruolo è stato istituito dal decreto Cura Italia per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento a contrasto dell’emergenza Coronavirus. E’ quanto emerge dall’ordine del giorno del Consiglio dei ministri. Il commissario, a quanto si legge nel testo del decreto Cura Italia, è dotato di risorse per l’acquisto dei beni necessari a contrastare l’epidemia: le risorse sono “versate su apposita contabilità speciale intestata al commissario” che può aprire un “apposito conto corrente bancario” per regolare le transazioni in maniera più celere, nel caso richiedano pagamento immediato o anticipato delle forniture, anche senza garanzia. Nella riunione, previsto anche il provvedimento sul ricorso al golden power per tutelare gli asset strategici nazionali da eventuali speculazioni internazionali e scalate ostili di soggetti stranieri, lo hanno riferito fonti del centrodestra è Antonio Misiani, viceministro dell’Economia, dalla riunione della “cabina di regia” governo-opposizioni con il ministro per i rapporti per il Parlamento Federico D’Incà sulle nuove misure economiche anti-Covid-19, durata oltre due ore. Il pre-vertice di maggioranza è durato più del previsto, soprattutto per sciogliere i rimanenti nodi sul decreto liquidità.il Cdm è chiamato a varare, il decreto liquidità. La trattativa sembra ostile, il fulcro della discussione che alimenta le tensioni interne alla maggioranza non c’è solo la quota di garanzia statale da assicurare per i prestiti bancari alle imprese ma, soprattutto, il ruolo di Cassa Depositi Prestiti. È il tema delle garanzie ai prestiti alle aziende a tenere banco. Il confine tra la necessità di erogare denaro fresco in tempi rapidi e le opportune verifiche della solvibilità di chi chiede il prestito è più che mai labile, nell’era del coronavirus. “La garanzia statale sia al 100% per prestare a aziende e partite Iva somme pari al 25% del fatturato 2019”, insiste il leader di Iv Matteo Renzi. Ma in serata il titolare del Mise Stefano Patuanelli illustra un dl parzialmente diverso.“Prestiti per le imprese attivi in qualche giorno”.Grazie al decreto liquidità, le misure del Cura Italia verranno allargate a molte imprese medie e grandi.In Particolare, ha chiarito il ministro Patuanelli, questo provvedimento “agirà su tre filoni principali: garanzia al 100% per i prestiti fino a 25.000 euro, senza alcuna valutazione del merito di credito; garanzia al 100% per i prestiti fino a 800.000 euro, con la valutazione del merito di credito; garanzia al 90% per i prestiti fino a 5 milioni di euro, potendo arrivare al 100% con la controgaranzia dei Confidi”. La riunione di domenica mattina ha visto la partecipazione del premier Giuseppe Conte, del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e dell’ad di Cassa Depositi e Prestiti Fabrizio Palermo. Sul tavolo il Decreto liquidità, che intende mettere a disposizione alcuni strumenti per i prestiti bancari alle aziende.“Tutti insieme compatti si sta cercando di trovare la soluzione migliore”, spiega una fonte vicina al dossier. Sono tre i capitoli principali contenuti nel decreto ancora al vaglio dell’esecutivo: Aumento delle garanzie sui prestiti concessi alle imprese tramite le banche e Cdp;Rinvio delle scadenze fiscali;Scudo per evitare scorrerie pirata sulle aziende italiane di settori strategici.Il ministro Gualtieri ha poi annunciato risorse per garantire al 100% i prestiti fino a 800 mila euro e di ridurre al 90% la garanzia su tutti gli altri, fissando come paletto il 25% del fatturato. Al vaglio del Cdm anche prestiti più agevoli per le Partite Iva.Sui prestiti alle grandi aziende nel Mef si continua a spingere fino all’ultimo affinché lo Stato dia garanzie attraverso Sace, scorporando quest’ultima da Cdp e facendola acquisire direttamente dal Mef. Ma il M5S tiene il punto. “Così si snatura totalmente Cdp, e quindi il sistema”, sottolinea una fonte qualificata M5S Movimento 5 Stelle e Italia Viva chiedono che la garanzia statale sia totale per tutti. Tornando invece sulla questione riapertura, il premier ha voluto chiarire in un’intervista alcuni punti. “In questo momento non posso dire quando il lockdown avrà fine. La nostra risposta forse non è stata perfetta ma noi abbiamo agito al meglio sulla base della nostra conoscenza. La validità delle nostre misure è stata riconosciuta dall’Oms e i risultati indicano che noi siamo sulla strada giusta“.In mattinata il premier Giuseppe Conte ha convocato il titolare del Mef Roberto Gualtieri e l’ad di Cdp Fabrizio Palermo. In serata il governo sembra avvicinarsi ad una quadra.In tarda serata e poi arrivato uno schema d’intesa: ad immettere garanzie nei prestiti alle grandi aziende – e occuparsi della valutazioni di solvibilità – sarà Sace che, tuttavia resterà una controllata di Cdp. Conte, dopo il dl liquidità, si concentrerà sulle riaperture e cresce l’ipotesi di una cabina di regia che comprenda un numero ridotto (3, si fa come esempio) di governatori e sindaci, oltre ai rappresentanti delle parti sociali e del comitato scientifico. Un modo, spiega un ministro Pd, anche per includere le opposizioni visto che i governatori del Nord sono tutti appannaggio del centrodestra (e nella maggioranza si pensa a Luca Zaia). La cabina di regia sarà attiva anche sul decreto aprile, che seguirà al dl liquidità. Decreti sui quali nel pomeriggio tornano a vedersi governo (con i ministri D’Inca’ e Gualtieri) e Lega, Fi, Fdi e Cambiamo con Toti. Gli emendamento delle opposizioni che saranno assorbiti nel dl Cura Italia saranno pochi ma gli ordini del giorno in Aula potrebbero essere trasformati in proposte da inserire nel dl aprile, per il quale sarà necessario nuovo deficit. Da Palazzo Chigi e al Mef si guarda alla direzione che prenderà l’Ue. La battaglia dell’Italia sugli eurobond – in una formula che li leghi esclusivamente alla crisi coronavirus – sarà condotta fino alla fine. E senza un’apertura dei falchi difficilmente all’Eurogruppo di martedì Roma accetterà l’utilizzo del Mes, anche nella sua versione “light”.
