LE RESPONSABILITÀ POLITICHE DEL PANICO

LE RESPONSABILITÀ POLITICHE DEL PANICO

Il DL 25 marzo 2020 all’articolo 3 comma 1 dice: “Nelle more dell’adozione dei decreti del Presidente delConsiglio dei ministri di cui all’articolo 2, comma 1, e con efficacia limitata fino a tale momento, le regioni, in relazione a specifiche situazioni sopravvenute di aggravamento del rischio sanitario verificatesi nel loro territorio o in una parte di esso, possono introdurre misure ulteriormente restrittive, tra quelle di cui all’articolo 1, comma 2, esclusivamente nell’ambito delle attività di loro competenza e senza incisione delle attività produttive e di quelle di rilevanza strategica per l’economia nazionale. ” Ergo, come già fatto notare da Rocco Todero al Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci, misure “ulteriormente” restrittive di quelle in vigore con il DL 25 marzo solo in “relazione a specifiche situazioni sopravvenute di AGGRAVAMENTEO del rischio sanitario”. Dati della Lombardia ultimi 3 gg: 4 aprile: tamponi 6826, nuovi casi scoperti (NCS) 1598, rapporto tamponi NCS 23.43 aprile: tamponi 6765, NCS 1455, rapporto tamponi NCS 21.52 aprile: tamponi 6837, NCS 1292, rapporto NCS 18.9 (Postilla: perché “NCS” perché usare il termine “contagi” o “nuovi contagi” può suggerire, nella comunicazione ultraveloce di oggi, che quei nuovi positivi si siano ammalati quel giorno stesso, sappiamo che non è così, che dall’inoculazione del virus alla comparsa dei sintomi passano dai 2 agli 11 giorni e che la sintomatologia media o grave che porta poi alla decisione delle autorità di procedere al tampone incorre in altri circa 5/6 gg) Al contempo le autorità sanitarie lombarde sottolineano che la pressione sugli ospedali non aumenta, dato confermato dal Presidente della Regione Lombardia. C’è quindi un “aggravamento” del rischio sanitario in Lombardia? Ad una prima occhiata si potrebbe dire “aumentano i contagi”, ma non ho scelto il 2 aprile a caso come data a caso: perché è il momento in cui, ad un calo del numero dei NCS c’è un aumento dei tamponi fatti (media semplice dei 3 gg precedenti è ca. 3900 tamponi).Come in altri casi osservati nel mondo, all’aumento dei tamponi si nota un aumento dei positivi senza che questo, però si traduca in un aggravamento dell’epidemia come indicato dall’art. 3 comma 1 del DL 25 marzo. Nonostante questo il Presidente della Regione Fontana, dello stesso partito di Matteo Salvini che a Sky chiede al Governo “chiese aperte a Pasqua perché la Scienza da sola non basta ci vuole anche il buon Dio e i Cuore Immacolato di Maria”, decide di imporre via ordinanza l’obbligo di uscire con naso e bocca coperti. Non importa se mascherine, scialli o sciarpe, basta che siano coperti. Si accoda così al trend pseudoscientifico del “il virus si trasmette via aria”, in barba alle indicazioni – contrarie – dell’OMS e dell’ISS. Non solo, facendo così: a) aumenta il panico della popolazione tramite un messaggio sbagliato,b) rischia l’effetto emulazione,c) dimostra di non aver neanche capito le ricerche su cui sembra appoggiarsi l’ordinanza,d) dimostra inoltre di volutamente ignorare quanto molti esperti sottolineino esser stato il “problema lombardo”, ovvero aver ignorato picchi di polmoniti anomale a Gennaio con allarme COVID19 già lanciato, aver adottato misure inadeguate come l’abuso del ricovero ospedaliero per malati non gravi e autosufficienti e il rischio – paventato da molti e che sembra confermato dai dati sulle Case di Cura – che gli stessi presidi sanitari siano diventati il focolaio dell’infezione. Come ho scritto in altri post, il problema Coronavirus e la sua diffusione comincia ad essere più politico che sanitario. Come fa notare il Prof. Enrico Bucci della Temple University, autore di Cattivi Scienziati e parte di Scienza in Rete, infatti, tantissimi giornali – per quella che si chiama “attention economy” sono pronti a pubblicare qualsiasi notizia a tema “Covid19” anche se queste vengono da studi preliminarissimi, da esperimenti in condizioni di laboratorio o, a volte, su riviste senza peer-review e quindi da ricerche non confermate. Come appunto le ricerche sulla diffusione del virus per via aerea. Come da lui sintetizzato nel suo Domenicale, la PRESENZA del virus nell’aria si riferisce alla presenza dell’RNA del virus, per di più in condizioni di aria calma, quindi ambienti chiusi e, ovviamente, in presenza di uno o più malati. Tale materiale genetico non vuol dire che il virus è “attivo”, anzi, le ricerche dimostrano che “il potere infettivo è risultato nullo: questo o perchè la carica virale è troppo bassa, o perchè il virus è inattivato (per esempio dall’evaporazione rapida delle microscopiche goccioline in cui viaggia)”. Per questo, aggiunge, “l’OMS ha giustamente riservato attenzione a questi dati preliminarissimi, ma non si possono e non si DEVONO [enfasi mia, NdR] trarre conclusioni circa la dimostrazione del contagio a distanza o della permanenza lunga del virus infettivo in aria, un fatto che resta indimostrato ed improbabile. La ricerca scientifica produrrà le evidenze necessarie per risolvere questo problema, ma ad oggi sono piuttosto arrivate evidenze contrarie (i campioni di aria con tracce di virus ma non infettive in stanze di pazienti ed il fatto che la minima turbolenza disperde tutto)”. Mai come in questi casi occorre ascoltare gli scienziati rispetto alla Vox Populi ed è per questo che va apprezzato – anche se in cospicuo ritardo – l’intervento del Ministro Speranza che pare disegnare un primo approccio nazionale al “dopo”, ovvero al convivere con il virus, che è poi il nostro destino (in fondo conviviamo con migliaia di malattie). Servono quindi messaggi seri, coerenti e non divisivi. Vogliamo l’uso delle mascherine in maniera obbligatoria, bene, ma spieghiamo che “il volto coperto” non è la stessa cosa e che alla base di tutto, come ribadito ieri sera da Borrelli in conferenza stampa, c’è il distanziamento sociale (cosa che, a quanto pare, è sfuggita all’assessore Gallera e, pare, sta sfuggendo ad altri amministratori della Lega – ma anche del PD – che puntano alla repressione più che all’informazione). Sempre il Prof. Bucci, spiega questo concetto molto bene: “Quanto possiamo resistere così? Quando torneremo ad una vita migliore? Nelle condizioni attuali, non possiamo resistere ancora a lungo. Meno ancora di chi scrive, possono resistere tutti quei cittadini che vivono in case piccole e buie nei vicoli di qualche città, coloro che non hanno nessun mezzo di sussistenza (legale o illegale che sia, non è questo il punto), coloro che hanno impedimenti fisici e faticano già in condizioni normali (e sono tanti, perchè vi sono anche moltissimi anziani) ed infine tutti noi, perché siamo una specie di primati sociali a spiccata attitudine esploratoria, il cui equilibrio mentale dipende sia dalla possibilità di incontrare altri che dalla possibilità di muoversi liberamente (una libertà, non a caso, sancita nella nostra Costituzione)”. “Tuttavia, possiamo resistere ancora un poco se siamo motivati positivamente a farlo. Basta comunicazioni deboli ed incoerenti: è arrivato il momento di una comunicazione chiara, positiva ma non falsa, che spieghi alcune semplicissime cose e dia un motivo per restare ancora un poco in casa”. “Eccone alcuni, di motivi per resistere: i risultati di prove su larga scala, in cieco, con tutti i crismi della scientificità su alcuni farmaci di massimo interesse (primo tra tutti il remdesivir, ma ve ne sono altri) arriveranno entro la prima metà di maggio, a vedere i disegni degli studi in corso. Avere farmaci significa poter riaprire senza intasare troppo gli ospedali e senza rischiare centinaia di migliaia di morti anche in presenza del virus, prima che sia disponibile un vaccino (non credete a chi vi dice che è pronto a produrre decine di migliaia di dosi in un mese, perché il problema non è la produzione, ma la validazione dei vaccini). Dunque, attendiamo innanzitutto i risultati di queste prove sperimentali. Se tutte dovessero essere negative – e lo sapremo a maggio, ripeto – potremo cominciare comunque a pensare di riaprire, ad alcune condizioni.” Interessante la conclusione, che, IMHO, deve essere il pilastro per costruire il futuro del paese. “Il contagio zero è una chimera, dobbiamo attrezzarci: questo è il succo. Con una postilla: nessun sistema democratico che non sia capace di garantire la salute e la vita dei cittadini sopravvive ad un replicatore darwiniano, quale il virus è. Adattamento è la chiave”.