TROPPI FURBI AL BANCHETTO DEI FONDI UE
Sul piatto ci sono 77,5 miliardi di euro che arrivano dall’Europa: sono i “fondi comunitari”. A cui vanno aggiunti 94 miliardi di investimenti nazionali per lo sviluppo territoriale. Un mucchio di zeri. Che questo fosse un piatto ricco per le mafie si è spesso sussurrato, sempre temuto. Ma quanto la criminalità organizzata ha realmente banchettato è scritto ora nero su bianco in un dossier che la Guardia di Finanza ha predisposto per il Senato. E sono numeri da capogiro. In 6 casi su 10 i contributi sono stati chiesti e ottenuti in maniera fraudolenta. Nel Mezzogiorno la percentuale di frodi per la politica agricola arriva all’85%. Ovviamente questi dati sono riferiti ai controlli effettivamente fatti, e anche se la Finanza tra il 2014 e il 2016 ha svolto effettivamente un numero molto alto di ispezioni (quasi 13mila), alla fin fine ha esaminato “solo” come erano finiti 2miliardi e mezzo di contributi. Ed erano finiti molto male: ammontare irregolare per circa un miliardo e mezzo (il 60% dei fondi), soprattutto nei settori dell’agricoltura e della pesca, 5.500 persone denunciate, 71 arrestate. Uno degli “indici di anomalia” messi sotto osservazione è relativo proprio al controllo mafioso dei fondi: aziende gestite o controllate direttamente da pregiudicati o con alla guida improbabili prestanome (molto anziani, o comunque manifestamente incapaci, se non addirittura morti), documenti falsi, polizze fidejussorie rilasciate da società che notoriamente non brillano per serietà, consulenti di dubbia fama e “specialisti” della pubblica erogazione… E in ogni caso aziende che non chiedono “anche” l’aiuto comunitario per lo sviluppo della propria attività, ma che producono o trasformano rigidamente la percentuale di prodotto che consente di ricevere i soldi dall’Europa. Nel dossier vengono presentati casi clamorosi, che coinvolgono enti pubblici – soprattutto per quel che riguarda la salvaguardia del territorio e la messa in sicurezza dei corsi d’acqua; o per corsi professionali inesistenti; o ancora per erogazioni che niente hanno a che vedere con le finalità previste – ma è soprattutto l’enormità dell’ “affare criminoso” a lasciare interdetti. Gli aiuti europei sono per loro nascita e natura un volano per le economie nazionali, di cui l’Italia oggi ha più che mai bisogno: meritoria l’attività anti-frode delle autorità europee e nazionali, ma di fronte a questi dati a muoversi deve essere senza dubbio alcuno la politica. Il fatto stesso che il sistema delle erogazioni sia riconosciuto come assolutamente complesso forse non è buona cosa. Tanto quanto il fatto che alla fine l’Italia non è neppure in grado di sfruttare tutti i finanziamenti previsti, proprio per le difficoltà burocratiche che incontrano le aziende che – pur avendo necessità di supporto per la propria attività – non si affidano a dubbi “specialisti” della carta bollata.
