ACCASISTI CONTRO APERTURISTI. LA LOTTA DI CLASSE CONTRO IL COVID-19
E dopo Mario e Silla, Guelfi e Ghibellini, Comunisti e Fascisti, Berlusconi e Prodi, ci troviamo di fronte all’ennesima divisione tra italiani durante una gravissima crisi. Divisione che, come sempre, rende ancora più drammatica la crisi. Stavolta, la terrificante decisione, imposta da Confindustria, di non creare SUBITO una zona rossa totale della Lombardia (la Wuhan italiana – regione con il più alto tasso di mortalità del mondo) costringe la popolazione italiana a dividersi tra due opposte fazioni. “L’un contro l’altra armata”, come sempre. La prima fazione la chiamerò: ACCASISTI. Motto: “Dovete stare a casa”, Simbolo: la H dell’ospedale. Gli accasisti più radicali vi dicono che se non stiamo a casa “moriremo tutti”. La seconda fazione la chiamerò: APERTURISTI. Per il loro motto si dividono in “riapriamo le fabbriche”, “riapriamo le chiese” e “riapriamo tutto”. I “riapriamo tutto” sono detti anche “avventuristi”. Simbolo: l’aquila rapace di Confindustria (ma va anche bene quella della Lazio di Lotito). Gli aperturisti vi dicono che se non si riprende a produrre, vendere e comprare “moriremo tutti”. Adesso vi faccio un esempio del Primo Paradosso del coronavirus. Abbiamo un accasista sano, senza lavoro e povero. La sua condizione, oggi, è identica a quella del CONDANNATO AGLI ARRESTI DOMICILIARI. Poi ipotizziamo un “aperturista delle fabbriche” che ha un lavoro ed è positivo asintomatico al Covid-19 (totalmente inconsapevole e innocente, quindi). Se il lavoratore positivo asintomatico torna in fabbrica (o negozio) e contagia dieci persone, quelle dieci persone ne incontreranno (magari tornando proprio a casa) altri dieci ciascuna e la curva dei contagi si impennerà di nuovo, si costringerà l’accasista a stare chiuso in casa per ancora più tempo. Al tempo stesso, se il lockdown durerà per ancora più tempo, l’accasista perderà ogni possibilità di trovare lavoro e il lavoratore aperturista lo perderà. Volete mettervi al posto di Conte? Davvero?Siete pazzi.
