HAREDIM E ISRAELE. CI ERAVAMO TANTO IGNORATI

Si è concluso in maniera soddisfacente il lockdown dichiarato dal governo israeliano nei giorni scorsi per prevenire un possibile esodo interno in coincidenza con la cena d’apertura di Pesah, la Pasqua ebraica. La paura era quella di ripetere il flop di inizio marzo quando le limitazioni governative sul numero dei partecipanti a ricevimenti, matrimoni ecc. furono prese alla leggera e si verificò un picco di contagi, soprattutto nel settore ultra ortodosso del paese. A pagarne le spese, e a diventare il simbolo della frattura fra il mondo dei Haredim, i timorati di Dio, e il resto della società israeliana è stata principalmente la città di Bnei Berak, abitata esclusivamente da religiosi. A far rispettare il coprifuoco e il blocco quasi totale di accesso nella zona rossa è stato chiamato l’esercito, praticamente l’equivalente di un elefante in un negozio di porcellane. Nonostante in Israele esista la leva militare obbligatoria, due anni per le donne e tre per gli uomini, il settore ultra ortodosso ne è sempre stato esente e doversi improvvisamente confrontare con migliaia di paracadutisti chiamati a rifornire di viveri, medicinali e altri generi di prima necessità la città è stato prima di tutto un shock culturale e sociale. Ma nella terra dei miracoli anche il corona virus può far nascere una controversa storia d’amore. I rapporti fra due settori del paese così contrastanti e tradizionalmenti lontani si sono rivelati molto migliori del previsto. Solidarietà, coesione e amor di Patria riaffiarono sempre nei momenti di crisi, quale quello odierno. La domanda è se si tratta solo di un filarino primaverile o di qualcosa che possa trasformarsi in un legame stabile e duraturo. Personalmente penso che i problematici rapporti fra Haredim e il resto della società israeliana torneranno come prima, magari ci vorrà più tempo, ma di fondo il settore ultra ortodosso si rifiuta di accettare il fatto che esista un problema obiettivo legato a doppio filo alle loro tradizioni e al loro stile di vita. La vita del religioso ultra ortodosso è un continuo susseguirsi di contraddizioni e di acrobazie funamboliche per ottenere la quadratura del cerchio. In questa realtà parallela sono i Rabbini a dettare legge, letteralmente parlando, e disquisire di tutti gli argomenti, medicina ed epideomiologia compresi. Gli esperti esterni sono sempre visti con sospetto, si cerca sempre un recondito motivo teso a minare le basi della società ortodossa. In un clima del genere è molto difficile ammettere di aver commesso degli errori e di aver seguito dei comportamenti irresponsabili. Se un credente si affida ciecamente alla volontà di Dio, ci sarà sempre un motivo, per noi ancora inesplicabile, che spieghi il suo progetto. Israele si sta preparando ad un graduale rientro alla normalità il cui inizio è previsto per il 19 aprile, sarà un processo lungo pieno di ostacoli e imprevisti. Un completo ritorno alla normalità di prima del covid 19 prenderà mesi se non anni. Il riavvicinamento di due settori così diversi nella società israeliana potrebbe essere uno dei risultati più sorprendenti di questa emergenza che ha sconvolto molti dei tradizionali equilibri.