QUEL CAGLIARI DI RIVA… 50 ANNI E NON SENTIRLI

Albertosi; Martiradonna, Zignoli (Mancin); Cera (mediano e capitano, in nazionale libero), Niccolai, Tomasini; Domenghini, Nenè, Gori, Greatti, Riva.Compie 50 anni oggi lo scudetto del Cagliari. Non inatteso ma comunque fantastico.Una cavalcata incredibile, quella degli uomini di Manlio Scopigno, detto “il filosofo”. 30 partite, 17 vittorie, 11 pareggi, due sconfitte (in trasferta, contro Inter e Palermo, sempre per 0-1, campo imbattuto). 42 gol fatti, solo 11 subiti (è ancora record per i campionati a 16 squadre).Ventuno di quei gol (la metá) li mise a segno Gigi Riva, capocannoniere della stagione. Dalla nebbiosa Leggiuno (Varese) all’isola, Rivisceddu era simbolo del riscatto non solo della Sardegna, ma di tutte le squadre da Roma in giù.Fu la prima volta, infatti, che il campionato venne vinto da una squadra così meridionale. Nessun giocatore sardo, un presidente, Andrea Arrica, che riuscì a mettere su un undici favoloso, concreto e fantasioso.Gente strana, quel Cagliari. Bevevano e fumavano quasi tutti. Una notte, in ritiro, c’era un pokerino in camera di Albertosi. Al tavolo, Riva, Greatti e Domenghini, con bottiglia di whisky d’ordinanza. Una densa nuvola di fumo usciva dalla stanza. Scopigno, con nonchalance, entrò in camera e chiese una sigaretta, come se niente fosse.La domenica del 12 aprile 1970, al vecchio stadio “Amsicora”, il Cagliari batté il Bari, cucendosi lo scudetto sulle maglie e sancendo la retrocessione dei “galletti”. La voce di Sandro Ciotti, dai microfoni di “Tutto il calcio minuto per minuto”, annunciò la lieta novella agli sportivi e ai ragazzini come me, tutti incollati alla radio e conquistati da quella squadra, così cinica così spettacolare.Invasione di campo, Gigirriva, Domenghini e gli altri portati in trionfo.In tutto, una “rosa” di soli 16 giocatori: oltre agli 11 di base, il secondo portiere Reginato (giocò uno spicciolo dell’ultima partita), Mancin, Poli, Brugnera e Nastasio.Sei su 16 (Albertosi, Cera, Niccolai, Domenghini, Gori e Riva) convocati per i mondiali del Messico.E Scopigno, fantastico battutista, se ne uscì con: “Mai mi sarei aspettato di vedere Niccolai in mondovisione”.Unico scudetto isolano, fino ad oggi. Ma gli sportivi lo ricordano bene. E la tradizione orale canta ancora di Riva che sfondava le reti, volava di testa e del suo sinistro “proibito”; Domenghini che dribblava chiunque e Albertosi che parava tutto.Un calcio che non c’è più, dove la tattica non era esasperata e le formazioni si recitavano a memoria.Un calcio che magari ci fosse oggi