IL DISCO ROTTO DEI MIGRANTI
Quando è in difficoltà, Salvini ricomincia a parlare di immigrati. È un copione che si ripete ogni volta uguale a sé stesso, con una precisione svizzera.Prende un manrovescio a reti unificate per aver raccontato bufale sul governo che aveva attivato il MES? Stavolta punta il dito su UN immigrato (un 15enne, un ragazzino, ma lui evita di dirlo) trovato positivo al COVID-19.Uno.L’unico da quando è scoppiata la pandemia.Che adesso è in isolamento. E senza volerlo dimostra una cosa: le uniche persone davvero controllate e rispetto alle quali si può stare sicuri, in Italia, sono i calciatori, i politici e i migranti. Il mio vicino di casa è stato portato via in ambulanza e condotto in terapia intensiva: positivo al coronavirus.La moglie ha avuto la febbre, ma nessuno le ha fatto il tampone, per quanto lei lo avesse chiesto.Adesso, se volesse, potrebbe uscire tranquillamente di casa, perché non ha più sintomi.Ma magari è ancora positiva e magari potrebbe infettare mezza Roma facendo la spesa al supermercato, nessuno lo sa, neanche lei. Ecco, questo con un immigrato non può succedere.È estremamente probabile che un migrante venga infettato da un italiano, mentre è praticamente impossibile il contrario.Ma questo, ovviamente, lui non lo dice. Anzi: in un paese dove si stima che i positivi siano, in realtà, dieci volte quelli ufficiali, cerca di riesumare il suo classico “CI PORTANO LE MALATTIE!”. Fa ancora tanto male la mascella, eh, Matte’?
