CORONAVIRUS – LOMBARDIA, PICCOLA CRONISTORIA DI UN CLAMOROSO FALLIMENTO

CORONAVIRUS – LOMBARDIA, PICCOLA CRONISTORIA DI UN CLAMOROSO FALLIMENTO

I numeri in Lombardia sono in controtendenza con quelli del resto d’Italia che registra una discesa di contagi e di decessi, e non basta perché ancora in loco ci si chiede il perché, naturalmente addossando ogni responsabilità al governo centrale che ha anche mandato ivi “briciole”, così come attestato dal presidente Attilio Fontana. Senza una parola di autocritica, senza avere nessun dubbio sul proprio operato il solo Gallera l’ha detta, ammettendo che si poteva chiudere la regione, che è la cosa intorno alla quale gira tutto, e chissà cosa avrà dovuto pagare, e pagherà, ai notabili della lega, ma non per la gestione, per la dichiarazione. Si comincia dalle dichiarazioni semplicistiche, pubbliche con mascherina però, che si trattava di un’influenza un po’ più forte del solito, presidente di Regione Fontana, informazioni non certo ricevute da esperti, almeno si spera. Dichiarazioni avallate da Salvini e dai suoi: “lasciamo tutto aperto”, e prese per oro colato purtroppo da tanti, sono note a tutti le foto dei Navigli a Milano piene di gente, eravamo al 6 Marzo. Tutto questo ignorando (?) quanto stava accadendo a Codogno, ad Alzano, nel bergamasco, nel bresciano, oggi ancora in allarme rosso a due mesi di distanza.Poi, più per la pubblica opinione che pressava che per convinzione, arriva il contr’ordine: “chiudiamo tutto”. Però il governo centrale poteva avvertirci, dicono, perché “motu proprio” non ci era concesso, al contrario di quanto invece hanno fatto altri amministratori di Regione, ma allora davvero non si poteva? La risposta arriverà di lì a poco e la darà Gallera, proprio lui quello che ha sempre appoggiato le decisioni del presidente Fontana, ammettendo che si, si poteva farlo. Intanto poi si partiva da Milano per il sud e per tutte le destinazioni possibili, e tanto per gradire e nonostante il ripensamento e la chiusura nessuna misura era stata presa per evitarlo. Ma già, si aspettava ancora Roma. Poi così per far qualcosa si pensa di costruire, tra l’esultanza dei fans verdi ma anche degli alleati, un ospedale di sana pianta nella zona Fieramilano, un ospedale in tempo record attrezzato per l’emergenza che potrà ricoverare 400 pazienti, numero che via, via si è andato ad assottigliare. Lungi da loro l’idea di rimettere in opera ospedali chiusi dalla “eccellenza” della sanità Lombarda nei quasi vent’anni di governo di destra, ma forse era troppo seguire l’esempio di altre regioni, per non allinearsi al colore politico delle amministrazioni del posto il che avrebbe nociuto alla propaganda. Per la cronaca la regione Lombardia per “impreziosire” ancora di più l’opera mirabolante, si era valsa della consulenza di Bertolaso, che però subito viene contagiato e quindi escluso dai lavori, e meno male che era un esperto di certe cose. E il contagio aumentava, con esso i decessi e, dopo il solito piagnisteo contro il governo, il presidente della regione Fontana invece di cercarne il motivo, se ripensasse a Confindustria forse se lo spiegherebbe anche lui. Ecco che una spiegazione la trova da esperto addossando tutto questo alla “eccezionale forza” che ha sprigionato al nord il virus, che sfiga! Come dire cioè che in altre regioni questi si sarebbe presentato in punta di piedi e quasi timidamente avrebbe infettato una “piccola” quantità di individui. Se non ci trovassimo in una tragedia sarebbe da seppellirli con una grossa risata. Intanto l’ospedale dei miracoli ospita si e no 6 pazienti, anche perché dopo i fasti descritti, le inaugurazioni con brindisi, ci si è ricordati che non c’erano i medici, costo pare intorno ai 21 milioni, qualcosa come 3 milioni e mezzo a paziente. Ma la verità, che nessuno ha mai voluto dire, la stanno cercando ora magistratura e forze dell’ordine che hanno scoperchiato un vespaio con circa 300 decessi sospetti rinvenuti nelle strutture accessorie che con tanto di decreto regionale, in particolare le case di riposo per anziani, sono state destinate per ricoverare i contagiati ed anche quelli che arrivavano diritti dalla terapia intensiva, pare anche con precauzioni risibili. Alla scoperta di decessi sospetti del Pio Albergo Trivulzio, prima struttura presa in esame, si sono poi aggiunti quelli riscontarti in altre case di riposo per anziani.E poi, per completare la “opera” ora qualcuno preme per la riapertura, per far ripartire tutte quelle attività ferme per contenere la malattia, perché l’economia non può attendere, che poi è contro i tempi stabiliti dal Governo, ora si può contravvenire, ora si che è possibile prendere iniziative, vero Confindustria? Tanto poi muoiono per lo più quelli già ammalati e pure avanti con l’età. Qualcuno adesso pare che chieda il commissariamento della sanità lombarda, cosa che dovrebbe di seguito portare alle dimissioni di coloro che hanno gestito tutto questo. Il buon senso, l’onore, la dignità chiederebbe appunto le dimissioni visto che il fallimento è stato totale e che ancora si va avanti regredendo invece di progredire. I dubbi però che lo farebbero ci sono e sono tanti sarebbe infatti uno smacco terribile per la lega lasciare, equivarrebbe ad un’ammissione di colpa con una conseguente caduta di consensi, cosa che è sempre sembrata quella tenuta più a cuore sia da Fontana che da Gallera. Altre regioni hanno dimostrato di essere la vera eccellenza; con tutti i pregi e difetti che fanno parte del gioco sono riusciti a comprendere l’importanza della sfida e principalmente del loro compito, cercando e trovando soluzioni che qui in Lombardia non sono state neppure pensate. Al di là della politica, al di là delle parole vuote, delle conferenze stampa che in Lombardia sono invece giornaliere mentre in altri posti sono disertate perché gli impegni, gli impegni, che portano certi compiti sono indifferibili e più importanti della propaganda. La Lombardia è una grande regione, produttiva, importante per l’economia nazionale e merita di certo il meglio dal punto di vista degli amministratori, non la si può affidare con leggerezza a chi commette poi errori di questa portata, a chi mettendo da parte i pubblici interessi privilegia la propria scesa al potere. Infine, in tutto questo, e per tutto questo, si spera che poi paghi chi ha provocato questo sfacelo, sarebbe l’unico ed il miglior modo per onorare i tanti morti per i quali ci si continua a chiedere se davvero è stato fatto tutto per non arrivare a questo.