GLI STATI UNITI SULL’ORLO DI UN GRAVE CONFLITTO DI POTERE
Trump apre le ostilità la mattina con il solito tweet in cui afferma l’autorità del presidente sui governatori degli Stati dell’Unione nella decisione di aprire il paese e far ripartire l’economia mentre i governatori, in quanto generali in prima linea nella battaglia contro il Coronavirus, hanno indubbiante accresciuto la loro influenza. Per Trump, invece, i governatori hanno passato il segni avvicinandosi ad una “total mutiny”. Un ammutinamento.che Trump minaccia di reprimere senza mezzi termini usando il bilancio dello stato con un arma.Nella sua conferenza stampa del pomeriggio, il governatore dello stato di New York, Andrew Cuomo, che sin dall’inizio della pandemia ha messo in mostra una indubbia capacità di leadership, non raccoglie l’ennesima provocazione del bizzarro inquilino o della Casa Bianca. Questo non è tempo di divisioni, dice. Non è tempo di (giocare con la ) politica. Period! New York è la Lombardia degli Stati Uniti, aggredita dal virus e apparentemente incurabile con ancora ieri 778 morti anche se la curva del disastro si appiattisce. Ma il governatore, pur evitando la polemica aperta con il presidente, non ha nascosto il suo disaccordo con il tweet presidenziale giudicandomi sbagliato sia sul piano fattuale che costituzionale. I padri fondatori, duce, nel disegnare l’assetto costituzionale si sono posti il prolema. “Non è esatto da parte del presidente rivendicare una completa autorità…Siamo una repubblica, non una monarchia”, ha detto Cuomo.Penso ad alcuni dei cosiddetti “governatori” delle nostre regioni e mi si stringe il cuore.
