CRITICARE L’OPERATO DI UNA REGIONE NON VUOL DIRE AVERCELA SU CON I SUOI ABITANTI

CRITICARE L’OPERATO DI UNA REGIONE NON VUOL DIRE AVERCELA SU CON I SUOI ABITANTI

Sto leggendo molti amici lombardi che parlano di “astio” (alcuni addirittura di “invidia”) nei loro confronti da parte di chi critica la gestione dell’epidemia della Regione Lombardia. Allora, io posso parlare per me: per quanto mi riguarda faccio una enorme distinzione tra la popolazione della Lombardia e la gestione scellerata della Regione.E ovviamente penso il peggio possibile di tutte quelle attività che hanno tenuto aperto nonostante i divieti o addirittura hanno cambiato in corsa codice ateco per rientrare tra gli esercizi che potevano restare aperti, contribuendo in maniera fondamentale al dilagare del Covid. Ma pensare che questa sia una critica alla Lombardia in sé o, peggio, ai suoi abitanti, è del tutto fuori strada. Vorrei sentirmi libero di criticare la Lombardia senza che qualcuno pensi che “ce l’ho coi milanesi e i bergamaschi” esattamente come vorrei poter fare lo stesso con De Luca e le sue sparate grottesche, per dire, senza che qualcuno venga a dirmi che “ce l’ho coi napoletani e i casertani”.E la stessa cosa dovrebbe valere per chiunque, in qualsiasi regione si trovi, che si chiami Toti, Zaia, Bonaccini o Zingaretti. Tra l’altro l’ho sempre detto che, da romano, trovo che Milano sia una deliziosa e graziosa cittadina di provincia. Sto scherzando, ovviamente, ma davvero: spero che ci siamo capiti.