L’ISTAT CI DICE CHE IL CORONAVIRUS NON E’ UNA SEMPLICE INFLUENZA

L’ISTAT CI DICE CHE IL CORONAVIRUS NON E’ UNA SEMPLICE INFLUENZA

Va premesso che i dati dell’ISTAT sono geograficamente incompleti e dunque inadatti a indicare una percentuale nazionale, ma che per i comuni presi in esame rivelano una crisi ancora più grave di quella espressa dal numero di decessi ufficialmente attribuiti al covid 19. Per cominciare, sono almeno 1700 i comuni (su un totale di circa 8000) in cui nel periodo dal 1 marzo al 4 aprile l’aumento dei morti (per qualsiasi causa) è stato di almeno il 20% più alto che nel medesimo periodo dei cinque anni precedenti. E poi ci sono le tragiche realtà delle città maggiormente colpite: Bergamo +478% (ossia quasi cinque volte di più), Pesaro +418% (ossia quattro volte di più), Piacenza +410%, Cremona +385%, Brescia +302%, Parma 208%. Facile intuire che se la si fosse presa allegramente come suggerivano i leghisti e i forzati dell’apericena, sarebbe stata un’ecatombe in tutto il paese e non solo negli epicentri.Adesso almeno la gravità della situazione dovrebbe essere evidente anche a chi ha finora messo la testa sotto la sabbia per poter continuare a giustificare i suoi egoismi, le sue abitudini e le sue paranoie (inclusa l’ossessione per la privacy, la stessa che ha reso meno efficaci i controlli elettronici di velocità e causato negli anni migliaia di morti in più sulle strade). Molti lo stesso negheranno l’evidenza, è così facile; ma non ci sono più scuse: o si sceglie la solidarietà e si fa qualche sacrificio per l’Italia, o si è complici della strage.