IL SUD CHE NON HA BISOGNO DI INTERPRETAZIONI

IL SUD CHE NON HA BISOGNO DI INTERPRETAZIONI

Da anni sento parlare Feltri e di Feltri. Da anni l’ordine dei giornalisti apre fascicoli per “iniziare procedimento disciplinare ” finalizzato alla radiazione nei suoi confronti. Da anni Libero riceve il finanziamento da parte dello Stato. Da anni, quindi, l’organo di autoregolamentazione dei giornalisti ” vaglia” , da anni lo Stato paga, da anni il direttore sta saldamente seduto sulla sua poltrona. Così gli unici a triturarsi cabasisi e a sborsare I soldi per pagare le copie di Libero sono i cittadini attraverso le tasse. Ergo, per la proprieta’ transitiva, anche sti meridionali del kaiser sempre permalosi e ultimamente capaci persino di rispondere in italiano. Cavolo, ma quando hanno imparato i terroni a scrivere e, soprattutto a protestare? Forse ancora non abbastanza verrebbe da dire visto che lui è sempre al suo posto! E lo è , in fondo, perche’ c’è chi fa l’” interpretazione autentica” di ciò che dice. ” Non era una definizione antropologica” dice il suo avvocato difensore, onorevole Giorgia Meloni , ma una considerazione economica” il Sud è inferiore economicamente al Nord”. Imbecilli noi che non avevamo capito. Meno male che è intervenuta la paladina dei Fratelli d’Italia per ristabilire la verità. E mi ritrovo primate. Altro che sapiens sapiens. A non sapere neppure più ” interpretare”. Ma perche’, non esiste più il ” significato fatto palese delle parole”? Che bisogno c’è di ” interpretare”? E da quando l’interpretazione autentica avviene per interposta persona? Una procura, una delega…una tutela? Poi accade che, mentre capisci di non capire, socraticamente ” sai di non sapere” ti imbatti in una lettura. Sgrani gli occhi. Spalanchi le braccia. Apri la bocca. Ti cade il mento. Una lettura che non ha bisogno di ” interpretazione” . Che, da qualunque lato tu la legga è chiara, sin da subito. Un appello inviato a Conte e pubblicato su varie testate giornalistiche, ovviamente, non su Libero.” Da qui la mia proposta che intende contribuire a dare al tessuto imprenditoriale e socio-economico dei territori in palese difficoltà una possibilità di ripartire. A mio avviso è allora indispensabile:individuare nel Mezzogiorno o in alcune regioni, intanto in Calabria, uno strumento che si potrebbe chiamare “compensatore” e che, partendo dalle criticità e dalle povertà infrastrutturali, possa consentire di avere condizioni di vantaggio rispetto ad altri, al fine di consentirne il riallineamento.la mia idea di compensatore è quella che in altri luoghi d’Europa si è già realizzata anche per casi simili. Un territorio con una fiscalità ridotta, che compensi gli “handicap” infrastrutturali presenti. In questo modo, così come ad esempio avviene oggi in Irlanda, in Portogallo con l’Isola di Madeira, e nella famigerata Olanda, si avrà un luogo in cui attrarre imprese e generare ricchezza;questo compensatore, questa area di fiscalità di vantaggio, consentendo al sistema produttivo importanti economie, restituirebbe in modo semplice ed immediato competitività al territorio, aldilà dei deficit infrastrutturali che potrebbero essere anch’essi sensibilmente ridotti in virtù dello sviluppo che si creerebbe. Abbattere la fiscalità significa ridurre i costi, dal costo del lavoro, al costo del fare impresa in generale, in modo che si crei uno sviluppo immediato, rendendo attraente il territorio alle aziende ed agli investitori;questo strumento può innescare il cambiamento ed in un contesto come la Calabria ed il Porto di Gioia Tauro potrebbe cambiare le sorti del nostro Paese in pochissimo tempo; si pensi a quanto avvenuto ad Amsterdam dove intorno al porto si è creato un sistema economico tra i più efficienti del nord Europa. Tutti gli operatori della logistica delle merci saranno spinti a venire in Calabria, investendo grossi capitali.A ciò andrebbero aggiunte piccole “leve” rivolte alle microrealtà imprenditoriali. Penso ad un sostegno da parte delle banche, con prestiti a tasso zero per 15 anni e con forme di garanzie semplificate, come pegni sulle quote aziendali, per garantire il capitale necessario alla partenza e, visto che la competitività sarebbe data dalla fiscalità di vantaggio, senza la necessità di finanziamenti a fondo perduto (e ciò eliminerebbe l’annosa problematica della gestione e dei controlli dell’utilizzo dei fondi pubblici). Oltre a ciò andrebbero individuati alcuni strumenti idonei ad incentivare la formazione e riqualificazione, pensando anche alla possibilità di una forma di obbligo di reinvestimento nel territorio di parte degli utili conseguiti dalle banche e società finanziarie che beneficeranno della fiscalità di vantaggio;questa operazione potrebbe a mio avviso generare plusvalenze per il Paese, in quanto creerebbe ricchezza, farebbe emergere l’economia sommersa e consentirebbe con risultati tangibili l’allineamento dello sviluppo delle diverse aree.Queste manovre infine devono essere accompagnate da una precondizione essenziale: la legalità, con una strategia da parte di tutto l’apparato statuale nelle sue varie articolazioni finalizzata a combattere la criminalità, adeguando gli strumenti legislativi a tali obbiettivi. Questa è una precondizione che non può venire meno.Queste sono delle riflessioni, forse importanti, che se condivise potrebbero essere la base di un progetto politico comune per un rilancio immediato del Mezzogiorno e della Calabria in particolare. ” (Antonino De Masi imprenditore, lettera aperta al PCM). No, non denigra.No, non offende.No, non dileggia.No,non discrimina.Propone. Non propaganda. E, cosa ancora più notevole, non piange, non questua ma rivendica.Forse perche’ chi scrive lotta ogni giorno in prima linea contro il sopruso e il malaffare e sa il peso di ogni parola. Quella che scava la roccia. Chi vende fumo ha bisogno dell’interpretazione ad hoc e ad usum. Che magro destino per l’interprete e per l’interpretato!