È IL 25 APRILE, CACCIATO IL DIRETTORE DI REPUBBLICA
Doveva essere un 25 Aprile, rinnovato, partecipato con la medesima forza, pur nei limiti imposti da questa guerra contro il Coronavirus ed invece un’altro virus ha fatto esplodere, proprio nella ricorrenza di questa Festa, un preoccupante ed ingiustificato passaggio che segnerà la storia di un mondo che fa del giornalismo baluardo di democrazia.Uno dei maggiori quotidiani italiani, Repubblica, malgrado minacce sottili ed esplicite si appresta proprio in queste ore, ad avere un nuovo direttore che sostituirà colui che proprio in questo suo anno di guida al giornale era stato fatto oggetto di pesantissimi attacchi da parte della galassia neofascista, Carlo Verdelli.Lo ha imposto il nuovo consiglio di amministrazione del gruppo Gedi, targato Agnelli-Elkann che tramite Giano holding, salirà al 60,9% del capitale e al 63,21% dei diritti di voto, rilevando così le quote anche da Perrone e Caracciolo.Un vero terremoto che fa saltare poltrone e sposta altre importanti pedine fra le quali anche quella di Lucia Annunziata, in una decisione che però era già stata formalizzata a fine gennaio, alla direzione dell’Huffington Post e che apprendiamo adesso la vedrà sostituita da Mattia Feltri, figlio di Vittorio che attualmente è caporedattore a La Stampa, di cui firma la rubrica ‘Buongiorno’. Ferma la presa di posizione dei giornalisti di Repubblica che di fronte alla cacciata di Verdelli hanno annunciato lo sciopero tanto che venerdi il giornale non sarà in edicola e come non sarà aggiornato il sito per 24 ore. Questa la decisione immediata presa dopo che il consiglio di amministrazione di Gedi aveva nominato Maurizio Molinari direttore del quotidiano di largo Fochetti. Si teme che stiano per arrivare pesantissime altre indicazioni di una ristrutturazione che secondo anche quanto si legge sulla rete, potrebbe portare alla cacciata dal gruppo di decine di giornalisti. Difficile comprendere il senso di questo repentino cambio alla direzione del grande quotidiano fondato da Eugenio Scalfari.Verdelli, Carlo Verdelli il direttore, pluri minacciato dai neo fascisti, raccontano ch’e stato sostituito per ragioni imprenditoriali, proprio in occasione del 25 Aprile, della Festa della Liberazione, dall’anniversario dalla fine di quella guerra dove si era dato il definitivo addio ad una ideologia malata che peggio di un virus, aveva contaminato il mondo.Intanto pur nel rispetto della personalità e della figura del nuovo direttore che andrà a prendere la guida del giornale, Maurizio Molinari, occorre sottolineare la solidarietà espressa dall’Assemblea dei giornalisti di Repubblica, verso Verdelli.Il Comitato di Redazione ha voluto esprimere vicinanza a Verdelli anche con un comunicato nel quale si esprime anche lo stupore per la tempistica del passaggio:“ E’ proprio nel giorno indicato come data della morte del direttore Verdelli dagli anonimi che ormai da mesi lo minacciano, tanto da spingere il Viminale ad assegnarli una scorta. Una tempistica quanto meno imbarazzante”. “La Redazione di Repubblica, consapevole delle difficoltà che sta attraversando – e non da ora – il settore dell’editoria, continuerà a fare la sua parte, ma chiede al nuovo editore di rispettare i sacrifici che i giornalisti sopportano ormai da anni e di predisporre un piano industriale che preveda investimenti e non ulteriori tagli. Men che meno agli organici”ed ancora “Repubblica non è e non è mai stato un giornale come tutti gli altri. Ha sempre avuto una identità forte espressa in una linea chiara. ‘E’ un giornale d’informazione il quale anziché ostentare una illusoria neutralità politica, dichiara esplicitamente di aver fatto una scelta di campo’. Sono le parole usate dal fondatore Eugenio Scalfari nel suo primo editoriale del 1976. Parole che valevano allora. E valgono a maggior ragione oggi”così si conclude il comunicato. Già nel corso della giornata di giovedì era partita sui social, su Twitter con una manifestazione lanciata da Articolo 21 e dalla Federazione nazionale della stampa italiana, di vicinanza proprio a Carlo Verdelli, diventato ripetutamente obiettivo del fanatismo neo fascista. Questo invece un passo dell’editoriale di Carlo Verdelli, il suo ultimo come direttore che vede la pubblicazione proprio nel giorno di quel 25 aprile che più che mai avrebbe dovuto esser simbolo di unità e memoria. Interessi imprenditoriali e speriamo poco altro hanno imposto ad un importante gruppo editoriale di lanciare un messaggio che pare diverso, che proprio in questa giornata aggiunge preoccupazione a tutte le altre che ci sono :”Sabato sarà il 25 aprile, la festa sacra e laica della Liberazione. Repubblica la onorerà con un impegno particolare, visto il momento che il Paese sta attraversando. Sarà il nuovo direttore, Maurizio Molinari, a cui va il mio in bocca al lupo, a guidare il giornale in un momento che sarà insieme di memoria e di voglia di rinascita. Lo seguirò da lettore, con l’attaccamento appassionato per un giornale che è qualcosa di più di un giornale, per una comunità di lettori che ne è la ragione prima di esistenza, per una redazione con la quale è stata una fortuna condividere questo viaggio. Partigiani si nasce, e non si smette di esserlo”. Lo scrive su la Repubblica Carlo Verdelli nella giornata del suo esonero dal quotidiano rivolgendosi ai lettori. –
