IL PADRINO DEL CINEMA COMPIE 80 ANNI

IL PADRINO DEL CINEMA COMPIE 80 ANNI

Un’ enormità. Eppure, è ancora sexy, con quel ciuffo da matto e gli occhi spiritati. Come se avesse capito qualcosa che tu ancora non hai capito, e stesse cercando di avvertirti. Qualcosa sulla vita, sugli uomini, sull’ amore, sull’ esistenza. Con quella bocca sempre un po’ aperta, come se la sapesse molto più lunga di te. Con quell’ intensità furiosa che mette in tutti i suoi ruoli, dal cieco di “Profumo di donna” al poliziotto Serpico, dal detective allucinato di “Insomnia” al Jimmy Hoffa ostinato, quasi votato al martirio in “The Irishman”, in cui recita – una delle pochissime volte – insieme all’ altro mostro sacro di Hollywood, Robert De Niro. Si erano incrociati, un quarto di secolo prima, in “Heat”: uno era detective, l’ altro gangster. E ripensandoci oggi, non importa chi dei due fosse dalla parte ‘giusta’ della legge: erano fratelli, rivali, sguardo contro sguardo, senza sconti. E l’ incontro era comunque memorabile. In quell’ occasione Pacino – che 80 li compie domani – è il poliziotto, così come lo era in “Serpico”: ma nella trilogia del “Padrino” è uno dei gangster più spietati della storia del cinema, e in “Scarface” uno dei più esaltati e vitali, come in “Carlito’ s Way” di Brian De Palma. Sarà addirittura Satana in “L’ avvocato del diavolo” di Taylor Hackford. Mentre, in “Ogni maledetta domenica”, è l’ allenatore che spinge i suoi ragazzi a sputare l’ anima per ogni centimetro di campo. Un monologo da brividi, in quel film del 1999 di Oliver Stone. Al Pacino – Alfredo James, per la mamma e per l’ anagrafe – si è conquistato un posto fra gli immortali. La famiglia del padre viene da Messina, quella della madre da Corleone: il padre se ne va subito, Alfredo cresce con madre e nonni. La vita lo arruola in fretta: a 9 anni fuma, a 13 ha esperienze con l’ erba, a scuola la vita è fatta di risse. A 17 va via di casa, fa il lustrascarpe e il facchino. Una vita che è già un film, nella più perfetta tradizione del sogno americano: dalle stalle alle stelle. A vent’ anni fa il gigolò per vivere; dorme in strada. Finché, a 30, la sua ennesima domanda per entrare all’ Actor’ s Studio, la più prestigiosa scuola di recitazione del mondo, viene accolta. Lee Strasberg, il maestro, lo accoglie come un figlio. Il resto è storia. «Appena ho iniziato a recitare, sono volato fuori dal Bronx, dal mio quartiere, dal mio mondo. Ho pensato subito: ecco, ecco cosa voglio fare nella vita. Non mi importa di essere famoso, di essere ricco, non mi importa di nulla. Voglio solo fare questo». E questo farà, al livello più alto possibile. Il resto è storia. Del cinema.