CERNO E LA LIBERAZIONE DELL’ITALIA DAL NAZIFASCISMO
Naturalmente, senza togliere nulla al valore fondante e democratico della ricorrenza, si può discutere la decisione dell’Anpi di organizzare comunque, sia pure in forme ridotte a evitare assembramenti grazie a una circolare ministeriale, le celebrazioni per il 25 Aprile; s’intende nonostante le misure restrittive ancora imposte dal coronavirus. Tommaso Cerno, ex direttore di “l’Espresso”, ex condirettore di “la Repubblica”, ex senatore del Pd su imposizione dell’ex segretario Renzi, oggi passato al Gruppo Misto (mai qualcuno che si dimetta), pensa ad esempio che la scelta favorita dal Pd non sia “degna di un partito di governo: la vera resistenza è rispettare la legge e la solidarietà di una comunità democratica. Le mascherine sono le trincee di oggi, la libertà di tutti è a rischio, anche il Papa dice messa da solo”. Vabbè.Non bastasse, predendosela con una battuta del vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, il senatore-giornalista aggiunge: “Come si sa, Orlando predilige le correnti interne allo spirito nazionale. I veri partigiani rispetterebbero le regole per celebrare un vero 25 Aprile in attesa di poter riconquistare la nostra Libertà tutti insieme. La piazza è un simbolo. Andare contro la legge per avere un po’ di consenso era lo spirito dei fascisti non dei democratici. Ma dal Pd ci aspettiamo questo e anche di peggio”. Arivabbè.Cerno è fatto così. Pratica con una certa disinvoltura l’ingratitudine e l’amnesia (ancora deve al Pd migliaia di euro mai versati). La cosa bizzarra sta però nel fatto che gli stessi concetti riassunti una dichiarazione Cerno li abbia voluti mettere nero su bianco in un articolo pubblicato, come editoriale principale, sulla prima pagina di “Libero”, cioè il quotidiano che più si distingue, insieme a “La Verità”, nello sfottere i temi della Resistenza e della Liberazione, che sarebbero solo roba “da comunisti”. C’era un motivo valido per farlo? No. Cerno l’ha fatto, immagino sapendo che il suo pezzo sarebbe finito proprio lì, con quell’evidenza maliziosa. Perché? Vai a capirlo.
