CONTE HA FATTO SFORZI ENORMI MA: NON CI SIAMO

CONTE HA FATTO SFORZI ENORMI MA: NON CI SIAMO

Dicono i sondaggi che il premier Conte è molto popolare. La tecnica Casalino fondata sulla sovra-esposizione, sull’ “io” fuori misura (anche Conte sta diventando un ego-mostro), sul messaggio “piacione” non va bene sul medio-lungo perido. L’Italia è impaurita, spaventata, incazzata. Vuole un leader o più leader che diano sicurezza, stabilità, certezza. E’ la ragione per cui sta crollando quel chiacchierone di Salvini. Conte è popolare ma non morde. La leadership si può conquistare anche solo “per acta” e con poche, calcolate parole. Non dimenticate, qui non è il comunista che parla, che c’è un modello comunicativo “Berlinguer” che sfondò trasversalmente in ogni segmento del paese. E poi il leader deve dare l’idea di avere alle spalle qualcosa: un partito, lo Stato, una alleanza internazionale credibile. Conte ha fatto sforzi enormi, ma non ci siamo, non ci siamo. A mio parere. Il decreto non va bene. Apre e non apre. E’ confuso. Indeterminato. Le Regioni fanno come gli pare. La questione, a mio parere, è questa: siamo o no in grado di tutelare i cittadini, tutti, con mascherine? Siamo o no in grado di individuare i nuovi Covid con massiccio uso dei tamponi e creare piccole o grandi zone rosse attorno agli eventuali contagiati? Stiamo pensando come affiancare all’ospedale specializzato migliaia di nuovi medici di base attraverso concorsi o altre forme di assunzione? Quanti ventilatori si produrranno ogni anno in Italia? Nel mio piccolo penso che queste siano le cose principali, altrimenti anche nella Fase 3 ad ogni nuovo Covid staremo lì a tremare di paura e a chiedere chiusure illimitate. L’alternativa alla chiusura è la preparazione del paese con uomini, mezzi, tecniche. E poi rimettiamo in funzione gli ospedali di prossimità. Meno cardiochirurgie (lo dico da cardiopatico) che fanno guadagnare e ormai dilagano, e più ospedali di medicina generale.