DI FRONTE ALLE CALUNNIE, LA SOLUZIONE È NELLA SPERANZA, NELLA PRUDENZA

DI FRONTE ALLE CALUNNIE, LA SOLUZIONE È NELLA SPERANZA, NELLA PRUDENZA

Papa Francesco nel presiedere la Santa Messa a Casa Marta, nel martedì della III settimana di Pasqua, introduce ad una riflessione forte sul passaggio su questo momento che inizia a prospettare una prima fine parziale della quarantena.Ci sono tante tentazioni che vorrebbero avvolgerci ancora di più e farci coinvolgere dal sentimento di umana fragilità fino a portarci alla sensazione di scoraggiamento che poi sfocia nella rabbia.Non ci accorgiamo di ciò che abbiamo passato, di quello che passano i meno fortunati. Certo c’è il diritto a voler ripartire, a ricostruire che ci investe anche per le responsabilità personali, per quelle scadenze che sembrano metterci al muro.In tutto questo però un Cristiano più di altri ha davanti a se un sostegno forte ed indistruttibile, quello della speranza che si completa con quello della prudenza.La speranza quella virtù, indicata nel Catechismo “che dispone la ragione pratica a discernere in ogni circostanza il nostro vero bene e a scegliere i mezzi adeguati per compierlo. La prudenza è la « retta norma dell’azione », scrive san Tommaso sulla scia di Aristotele. Essa non si confonde con la timidezza o la paura, né con la doppiezza o la dissimulazione. È detta « auriga virtutum – cocchiere delle virtù »: essa dirige le altre virtù indicando loro regola e misura. È la prudenza che guida immediatamente il giudizio di coscienza. L’uomo prudente decide e ordina la propria condotta seguendo questo giudizio. Grazie alla virtù della prudenza applichiamo i principi morali ai casi particolari senza sbagliare e superiamo i dubbi sul bene da compiere e sul male da evitare”. Ed il Santo Padre coglie dal valore di questa “virtù cardinale” il senso del porsi a giorni che ci prospettano una ripartenza che in troppi vorrebbero accelerare:“In questo tempo, nel quale si incomincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena, preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e della obbedienza alle disposizioni, perché la pandemia non torni”.Il commento del Pontefice al passo odierno degli Atti degli Apostoli (At 7,51-8,1), spiega che Stefano parla con coraggio al popolo, agli anziani e agli scribi, che lo giudicano con false testimonianze, lo trascinano fuori della città e lo lapidano. “Anche con Gesù hanno fatto lo stesso – ricorda il Papa – cercando di convincere il popolo che era un bestemmiatore. È una bestialità partire dalle false testimonianze per “fare giustizia”: notizie false, calunnie, che riscaldano il popolo per “fare giustizia”, è un vero linciaggio”.Anche al nostro tempo succede quando qualcuno ci disturba, arreca danno al nostro tornaconto o solo sembra ci danneggi.Il pensiero del Papa corre a quegli episodi della della storia in cui il parlare male viene indirizzato verso una etnia, popolo, o come avvenne per la Shoah, quando venne di proposito creata un’opinione contro un popolo per farlo fuori, per eliminarlo. Ma c’è anche il piccolo linciaggio quotidiano che scava nei nostri animi: “Che cerca di condannare la gente, di creare una cattiva fama, il piccolo linciaggio quotidiano del chiacchiericcio che crea opinioni per condannare le persone. La verità invece è chiara e trasparente, è la testimonianza del vero, di ciò in cui si crede. Pensiamo alla nostra lingua: tante volte coi nostri commenti iniziamo un linciaggio del genere. Anche nelle nostre istituzioni cristiane abbiamo visto tanti linciaggi quotidiani che sono nati dai chiacchiericci. Preghiamo il Signore – è l’invito finale del Santo Padre- perché ci aiuti ad essere giusti nei nostri giudizi, a non cominciare e seguire questa condanna massiccia che provoca il chiacchiericcio”