FALCEMARTELLO E SVASTICA NON SONO ASSIMILABILI
Ogni tanto mi capita di leggere del livore suscitato in fasci e criptofasci da ogni 25 aprile. Da questi settori e da altri male informati arriva il disprezzo per il simbolo della falcemartello, paragonato a un simbolo di morte e politica criminale, mentre altri lo assimilano alla svastica (o al fascio), come se si trattasse di due segni uguali contrari. No, assimilare la svastica alla falcemertello è una sciocchezza enorme, può essere solo una posizione di grande ignoranza. Innanzi tutto il simbolo nasce come espressione del movimento operaio e socialista, solo in un secondo momento diventa il simbolo obbligatorio dei partiti comunisti, ma anche il Psi lo ha tenuto per decenni dopo la guerra, ci voleva giusto Craxi per sostituirlo col garofano. Secondo perché i crimini “rossi” sono stati commessi da uno stato dittatoriale che ha abusato della cultura comunista, anche contro gli stessi comunisti che lo criticavano e cercarono di combatterlo. La grande maggioranza dei partiti comunisti in Occidente non è colpevole di alcun crimine (salvo episodi isolati), e in quel simbolo si sono riconosciuti molti militanti che hanno lottato duramente contro il nazifascismo e le dittature, spesso rimanendo vittime. Stalin è una cosa, è una DEFORMAZIONE, il comunismo è ben altro. Fascio e svastica sono grandi sinonimi di nazismo e fascismo criminale, di lager, di odio razziale, di morte della democrazia, della libertà, della dissidenza, di torture, di fucilazioni anche di inermi civili. Essi non sono separabili da Hitler e Mussolini. Non è possibile alcune disconoscimento come con Stalin. E ricordate che senza la Russia, i russi che sotto quella bandiera si sono impegnati e sacrificati, purtroppo in quel momento guidati da Stalin, la svastica avrebbe trionfato ovunque.
