LA LARGA INTERPRETAZIONE DEL TERMINE «AFFETTI STABILI»
È divertentissima questa cosa degli “affetti stabili”. Intendiamoci, “congiunti” non si poteva sentire. Ma “affetti stabili” è meravigliosa per il margine interpretativo che lascia. Mi immagino già uno a discutere col poliziotto sulla Colombo, “non sto andando al mare a Ostia, vado da Tonino, un ex collega in pensione che sta a Torvaianica a cui voglio un gran bene”, e il poliziotto “ma è un affetto stabile?”, e lui “come no?, siamo andati a mensa insieme per anni”, col poliziotto che chiama in centrale per sapere se un ex collega è un “affetto stabile,” e il tizio in macchina che strilla “ahò io a Tonino gli voglio bene dall’Ottantatré capito?”
