ATTENZIONE A RECLAMARE LA SOSPENSIONE DEL CODICE DEGLI APPALTI IN NOME DELLA SVELTEZZA BUROCRATICA, SE POI I RISULTATI SONO QUESTI

E alla fine tutto il rumore fatto ha portato a qualcosa. Irene Pivetti, ex Lega, da oggi è indagata per frode in commercio. Più in dettaglio, per aver portato in Italia mascherine con certificato falso e non sicure. A cui si aggiunge anche violazione di un provvedimento dell’Inail. In altre parole, Pivetti avrebbe smerciato mascherine pericolose per chi le indossa. Perché, ricordiamo, oltre a volerle vendere allo Stato per la bellezza di 30 milioni di euro (commessa fantasmagorica, con soldi nostri, per una società, la sua, che ha 50mila euro di capitale sociale), le voleva vendere anche ai privati. E anzi diverse migliaia di mascherine sono purtroppo già state distribuite. Lei si sta difendendo sostenendo che qualcuno sta “cannoneggiando” la sua azienda e parla di “indecenza” (sic!). Ma ora le indagini faranno il loro corso. E intanto un primo risultato c’è. Risultato su una vicenda questa, lo ripetiamo, che dovrebbe portarci a riflettere seriamente su quanti, da settimane, vanno in giro blaterando di sospensione del codice degli appalti “per far prima”. Su chi vorrebbe far credere in nome di “sveltezza burocratica” si dovrebbero togliere i controlli. Su queste amenità, per non dire maliziosità, dovremmo riflettere. E rispedirle al mittente ogni volta che le sentiamo.