BISOGNEREBBE CHIUDERE IL NORD. MA LEGA E CONFINDUSTRIA NON VOGLIONO

BISOGNEREBBE CHIUDERE IL NORD. MA LEGA E CONFINDUSTRIA NON VOGLIONO

I dati, come qualunque statistico (e qualunque politico) potrà confermarvi, possono essere letti e interpretati in modi anche molto diversi. È semplicissimo manipolare il significato di un dato, di una percentuale, per far credere che le cose stiano esattamente come diciamo noi, anche se nello specifico stiamo mentendo spudoratamente. In questi giorni, ad esempio, sta girando una tabella dell’Istituto Superiore della Sanità (in foto), che viene usata strumentalmente da Confindustria e da tutti i teorici del “TORNIAMO A PRODURRE” a suffragio della tesi che “non ci si infetta andando al lavoro”.Ma analizziamola nello specifico. In primo luogo, bisogna sottolineare che la tabella è aggiornata a quasi un mese fa e riflette dei dati calcolati su un periodo chiaramente molto diverso da quello che stiamo vivendo oggi.Non è difficile notare che, tra i “luoghi di infezione” siano comprese, ad esempio, le navi da crociera e le comunità religiose, che non incidono sul numero dei nuovi infetti da circa due mesi. Allo stesso modo, le percentuali più alte di contagio sono attribuite alle RSA e agli ospedali. Ed effettivamente entrambi i luoghi, in una prima fase dell’epidemia, sono stati tra i principali moltiplicatori della malattia.Ma da diverso tempo la maggior parte delle strutture sanitarie si sono organizzate diversamente, evitando di ripetere gli stessi errori che erano stati fatti in un primo momento nel quale, ad esempio, non erano stati previsti percorsi separati per i malati Covid. Poi, la tabella mostra due voci in apparenza in diretto contrasto: la voce “Lavoro”, per la quale viene specificato che “si intende qualunque luogo di lavoro diverso dagli ambiti riportati” e “Altro”.Riferendoci alla situazione attuale, ad esempio, non essendo possibile uscire per fare qualcosa di diverso dall’andare a lavorare, fare la spesa o recarsi in farmacia/dal medico, quella distinzione significherebbe che i contagiati compresi sotto la voce “Altro” sono tutte vittime di supermercati e farmacie, il che è piuttosto ridicolo, perché medicinali e cibo si comprano in tutta Italia, ma ci sono regioni dove i nuovi contagi sono tuttora moltissimi, mentre in altre sono quasi azzerati. Poi c’è l’ambito familiare.Che due mesi fa poteva essere una grossa fonte di contagi, in effetti.Oggi, dopo quasi due mesi di lockdown, se uno si infetta in famiglia, significa che quello che l’ha contagiato ha contratto il virus durante il lockdown, non prima.E, come dicevo sopra, oggi si può uscire solo per fare la spesa, andare dal medico, andare in farmacia o al lavoro. Evidentemente, le cose non stanno così. Perché, se guardiamo ai dati di ieri, dove in Lombardia risultano 869 nuovi casi e in altre regioni non ce n’è nessuno o ce n’è uno solo, dobbiamo concentrarci sulle differenze che intercorrono tra lo specifico lombardo e quello, ad esempio, lucano. In Lombardia e in Basilicata si fa la spesa, si porta a spasso il cane, si va dal medico o in farmacia allo stesso modo, come ricordavo più in alto.La differenza risiede nel fatto che in Lombardia ci sono moltissime industrie, in Basilicata no.E il 60% delle industrie lombarde non ha mai chiuso. Parlare di “perfetta sicurezza del lavoro” come stanno facendo Confindustria, Fontana e compagnia cantante, inoltre, significa mentire spudoratamente per un numero enorme di ragioni.In primo luogo perché sul luogo di lavoro bisogna andarci.Il che prevede, spesso, l’utilizzo dei mezzi pubblici, che ovviamente sono luoghi chiusi e ad altissimo rischio.In secondo luogo perché dire “le fabbriche sono sicure” significa accorpare assieme migliaia di realtà diverse, di cui alcune avranno preso sicuramente ogni possibile precauzione, mentre altre no. L’incremento lombardo, come quello piemontese, attualmente è dovuto in gran parte al lavoro in azienda, in fabbrica, inutile prenderci in giro. I “nuovi infetti” della Lombardia e del Piemonte, in questa fase, sono vittime dell’esigenza produttiva, i morti sono a tutti gli effetti morti sul lavoro. Se c’è una zona del nostro paese che, attualmente, dovrebbe decidersi, finalmente, a chiudere tutto, si tratta del nord ovest.E invece è quella che preme dissennatamente per riaprire anche quello che adesso è chiuso, sotto le pressioni confindustriali e leghiste. Vi stanno prendendo in giro.E le vittime di questa politica siete voi e solo voi, amici lombardi e piemontesi. Stanno anteponendo i loro interessi alla vostra salute e a quella dei vostri cari.