URLARE PER SCATENARE IL PANICO, COSÌ GIORGIA MELONI COSTRUISCE LA SUA ASCESA
Eccola di nuovo. Da quando i sondaggi danno Salvini in calo si è sempre più incattivita. Sempre più aggressiva, perché spera di prendere quel consenso. E così, ora, ha appena gridato con cattiveria a Conte che “la misura è colma”, che lui vorrebbe “pieni poteri”, e che nulla di tutto questo, per lei, è “più tollerabile”. Perché lei, no, non ci sta. Lei, paladina della democrazia e della libertà. A quei “pieni poteri” non vuole starci. Soprattutto per un motivo banalissimo: perché non esistono. Conte non li ha mai chiesti. Ma lei lo dice ugualmente. Lancia comunque la bugia. Il motivo? Perché, per far le scarpe all’alleato in picchiata, oltre a diventare sempre più aggressiva le si richiede anche un’altra caratteristica: di mentire sempre più. Sparigliare tutto, urlando il più possibile. Dire di tutto e di più. Obiettivo: scatenare il panico. Diffonderlo come si diffonde il veleno. Urlando, gridando fino a farsi scoppiare la gola. Così da macellare la ragione, la logica. Portare le persone a dire “Eh però se lo dice con quell’enfasi, la realtà deve per forza esser quella!”. E via panico, rabbia, odio. E via a fertilizzare il consenso. Così costruisce la sua ascesa Giorgia Meloni. Così la sta costruendo. Perché ha capito che, forse, può addirittura far meglio dell’alleato quello che in fondo serve a questa parte politica per vincere: urlare mentendo. E oggi, alla Camera, ce ne ha ridato la prova. L’ennesima.
