MORO E CONTE. CONVERGENZE PARALLELE
Entrambi pugliesi, professori di diritto e credenti rispettosi della laicità dello Stato.Sono diversi i punti di contatto tra il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e Aldo Moro.Lo dico senza nessuna connotazione spregiativa: entrambi, fatte le debite differenze di ordine storico, democristiani. Anche Giuseppe Conte sta cercando di interpretare i ‘nuovi tempi’ come cercò di fare, inimicandosi gli stessi ambienti di potere, l’eccelso giurista di Maglie. Proprio in modo molto simile ad Aldo Moro, Conte ha il gusto della mediazione tra ossimori, della ricerca di ‘convergenze parallele’. Modernità e tradizione, Confindustria e salute, gioventù e vecchiaia, Euro e mutualizzazione del debito: universi opposti di cui lui cerca la sintesi. Lo scrissi, e non soltanto io: il nodo gordiano della complessità dei tempi attuali ha bisogno di mani pazienti e capaci, per essere dipanato.E su pazienza e capacità nulla ho da dire al Professor Giuseppe Conte. Mi preoccupa solo il contesto generale, italiano e internazionale. Al primo passo falso, i nemici di Conte non useranno gli stessi metodi che usarono con Moro. Ma quelli – forse ancor più subdoli, anche se meno letali – della menzogna che sfibra e del sospetto che sobilla. Ecco perchè, a mio giudizio, è sempre bene non mediare su un punto: il quadro reale e vero della situazione. Non si utilizzino narrazioni, come fanno i vili Salvini e Renzi, ma dati reali e sincere ammissioni di criticità e dell’incertezza dei tentativi. Solo così il Governo, e noi, potremmo sperare di superare indenni la Fase 2. Poi, c’è sempre l’infinito, per veder convergere due rette parallele.
