BURIONI CONTRO PLASMA NON E’ BARTALI CONTRO COPPI

BURIONI CONTRO PLASMA NON E’ BARTALI CONTRO COPPI

Il selvaggio web ancora una volta dimostra tutta la sua capacità nel confondere le idee della gente, peraltro già abbastanza confusa di suo. Ogni qualvolta si inneschi un confronto tra personalità politiche o scientifiche, si aprono i diversi schieramenti, facendo divenire una questione potenzialmente interessante quasi una sorta di competizione sportiva. Forse siamo noi, intesi come individui, incapaci di andare oltre il tifo di parte, ancorati ad un oramai ancestrale dualità tra Gino Bartali e Fausto Coppi, ma in certe occasioni bisognerebbe fermare il tutto, e chiedere una riflessione seria, e soprattutto competente. L’ultima diatriba, per il popolo del web, e per i media che da certe circostanze traggono spunti, è quella relativa all’uso della plasmaferesi per curare i pazienti affetti da Covid-19. Un confronto, sinceramente, oltre che aspro, anche squallido, che non rende onore a tutte quelle persone quotidianamente impegnate, ormai da molto tempo, nella lotta a questo virus. Dire e scrivere che ha ragione il virologo Roberto Burioni oppure che no, ha torto Burioni mentre ha ragione il professor Giuseppe De Donno, il primario dell’ospedale mantovano che usa questa cura, non ha senso, ed è anche dannoso, perché squilibra un discorso che andrebbe basato sulle competenze, che andrebbe analizzato in sedi appropriate. Ed invece girano video, sempre sui social media, a sostegno dell’una e dell’altra tesi, con tanto di dichiarazioni di manovre speculative da parte delle case farmaceutiche oppure di impedimento della sperimentazione per promozione personale. Ed in questo teatrino, purtroppo, la cassa di risonanza è data dai vari programmi televisivi, talk show in cui la faccenda è trattata come si parlasse di un film, o di fatti personali, mentre i conduttori non dovrebbero prestarsi a questo gioco, se non chiamando in causa, in un vero contradditorio, le parti coinvolte, sottraendole però ai propri compiti, ai propri doveri. Il professor Di Donno, proprio relativamente alle partecipazioni televisive ha espresso più volte un diniego, a causa del suo lavorare 18 ore al giorno, e non gli si può dar torto, ed è questo il motivo per cui dovrebbe essere il Ministero della Salute a mettere la parola fine ad una querelle da telenovela, per iniziare un confronto serio, coinvolgendo entrambe le parti in una sperimentazione efficace, mirata, rapida. Solo gli addetti ai lavori possono esprimere un parere in merito, qui non si tratta di stabilire chi è più fico o più simpatico, non si deve votare il più bravo, ma si deve prendere una decisione che riguarda sia il settore economico che quello sanitario. La cosa sorprendente inoltre, è che, sempre sul web, arrivano alla maggior parte degli utenti richieste disparate di sostegno ad azioni umanitarie, dalla firma per far cessare la guerra in Siria al sostegno per la causa degli animali abbandonati. Tutte azioni legittime e onorevoli, ma come mai nessuno ha proposto una petizione per una sperimentazione, che coinvolga detrattori e sostenitori, relativa alla plasmaferesi? Se il dicastero competente non mostra interesse alla vicenda, non significa che non debba interessare la popolazione, anzi, e per chi ricorda la famosa cura “Di Bella” per  il trattamento dei tumori, fu proprio la sollevazione popolare a richiederne la sperimentazione in via ufficiale, ed anche in quel caso ci fu uno scontro tra Umberto Veronesi ed il medico Luigi Di Bella, suo ideatore. La salute non è una competizione sportiva, non è il Giro d’Italia, non siamo noi a poter decidere cosa sia meglio. Possiamo però chiedere, a gran voce, chiarezza, e sperimentazione. Possiamo ricordare alla politica che esiste qualcosa oltre il potere economico, e possiamo far presente a chi studia queste materie che non sta partecipando ad un concorso per lo scienziato più simpatico. Tutto il resto è il web bellezza, come direbbe Humprey Bogart.