PARASITE. ARRIVA SU SKY CINEMA IL RITRATTO DELLA SOCIETÀ CONTEMPORANEA

PARASITE. ARRIVA SU SKY CINEMA IL RITRATTO DELLA SOCIETÀ CONTEMPORANEA

Per gli abbonati Sky, arriva l’imperdibile occasione per vedere il film che ha sbancato gli Oscar (miglior film, regista, sceneggiatura originale e film internazionale).Parasite, ilcapolavoro diBong Joon-Hoarriva in televisione. Nello specificosuSky Cinema 2, stasera alle ore 21.15, e inoltrealle ore 21.45 suSky Cinema #IoRestoACasa 2. Sarà anche visibile suSky On Demand, e in streaming suNOW TV. È un film che spiega il comportamento umano. Non una cosa da poco, ma nulla di meno. Nello specifico, il regista ci mostra il divario tra classi sociali nel capitalismo radicato che le circonda. Lo fa attraverso l’interazione tra due famiglie sudcoreane: i Kim, molto poveri, sopravvivono, tra lavoretti occasionali, in un seminterrato dalle ridicoli dimensioni mentre i Park, benestanti, vivono in una villa dall’architettura moderna e mozzafiato. Ad incrociarne i destini sarà l’occasione per Ki-woo, figlio del capofamiglia Kim Ki-taek, di dare lezioni private di inglese a Da-hye, primogenita dei ricchi Park. L’astuzia e le abilità dei Kim lì porterà ad “infiltrarsi” nella famiglia aristocratica, fingendo di non conoscersi e facendosi assumere uno ad uno, attraverso sotterfugi e tranelli. In poco tempo, infatti, la sorella di Ki-woo diventa l’arteterapeuta di Da-song, figlio piccolo dei Park, mentre Ki-taek viene assunto come autista del signor Park; il piano si completa con la signora Kim che sostituirà, attraverso un vero e proprio sabotaggio, Moon-gwang, governante dei milionari. Il parassitismo è servito e tutto sembra filar liscio per i protagonisti fino al colpo di scena che cambia il genere e il ritmo del film, oltre che la prospettiva dello spettatore. La vostra percezione dei personaggi subirà, infatti, una lenta mutazione, fino a confondere le figure metaforiche di parassita e ospite. Col passare dei minuti i ricchi mostreranno sempre di più atteggiamenti “biologici” da ricchi (tra la perversione per l’intimo femminile di basso costo e il disgusto per l’odore dei poveri) mentre i Kim vedranno la loro sopravvivenza messa a dura prova, che culmina nelle gesta di Ki-taek, interpretato magistralmente da Song Kang-ho, attore feticcio del regista Bong. Con questa opera, vincitrice anche della Palma d’oro a Cannes, il maestro del cinema coreano si spinge oltre le regole dei generi cinematografici, sovrapponendoli; l’inizio dalle caratteristiche tipiche di una black comedy, e una fine dai toni drammatici ed emozionanti. Nel mezzo, un sottoscala nascosto e una pioggia dai danni irreparabili spaventano e preoccupano il pubblico. La sceneggiatura impeccabile colma di colpi di scena è la chiave del successo di questo film; così come la prestazione ottima degli attori. Bong, inoltre, fa dell’architettura delle abitazioni la chiave rappresentativa del divario tra le due famiglie e, quindi, tra le due classi sociali; le inquadrature dalle finestre (quasi sempre verso l’esterno) ne evidenziano ancora di più le diversità, così grandi da farci quasi comprendere l’escogitazione di un piano parassitario per inseguire quel sogno coreano, o meglio, quel sogno umano di una vita migliore.