LA SANATORIA È NECESSARIA, SENATORE CRIMI

Dispiace che il capo politico del Movimento 5Stelle, Vito Crimi, non lo voglia capire. La regolarizzazione degli immigrati che lavorano in nero deve essere un provvedimento generalizzato, allargato cioè ai lavoratori di qualsiasi settore, e non limitato agli stagionali dell’agricoltura e a pochissime altre categorie. Il vantaggio per le casse dell’Inps sarebbe enorme, quello per la sicurezza, percepita o reale che sia, anche, elast but not least, ne va della dignità stessa delle persone interessate. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio non è disposto a dare il via libera nemmeno limitando la misura ai i soli raccoglitori di frutta delle campagne, schiavi del caporalato. Vogliamo ricordargli che è da circa dieci anni che non viene emanato un decreto flussi espressamente dedicato al lavoro dipendente. Sbarchi e richiedenti asilo a parte, chi è giunto in Italia per cercare lavoro, come edile o come cameriere, come colf o come badante o facchino d’albergo, o anche come operaio di una piccola industria, ha dovuto utilizzare un permesso turistico della durata di tre mesi, si è messo a cercare lavoro, lo ha trovato e, scaduto il permesso, è diventato irregolare. Senza altra scelta. Ma anche se ci fossero stati adeguati decreti flussi, senatore Crimi, le periodiche sanatorie sarebbero state inevitabili. Infatti ve ne sono state sette, dal 1998, anno della legge Turco Napolitano, ad oggi: tre approvate dai governi a guida Prodi, altrettante da quelli a guida Berlusconi e una, l’ultima, da Monti. nel 2012: una mini-regolarizzazione, che ha interessato 99 mila colf. Questo perché il fenomeno degli overstayer, di quanti cioè si fermano oltre la scadenza del permesso turistico, è inevitabile, dal momento che il Testo unico sull’immigrazione prescrive che si entri in Italia con il contratto di lavoro già in tasca. Lei assumerebbe, onorevole, una badante ucraina per un suo caro sulla base di una foto postata su Internet? E il titolare di un bar, prenderebbe un aiutante senza averlo mai visto all’opera? Anzi, bisogna dire che gli immigrati che lavorano in nero sono anche meno del previsto. “Che si contino “solo” 650 mila immigrati irregolari lo si deve in gran parte a due fatti – spiega l’avvocato Gianfranco Schiavone, vicepresidente dell’Asgi, l’Associazione dei giuristi dell’immigrazione – Il primo è l’aumentata presenza dei richiedenti asilo, che fino al 2018 avevano buone speranze di accoglimento della loro domanda. Il secondo è la sempre minore attrattività dell’Italia agli occhi dei migranti rispetto agli altri Paesi. Altrimenti le conseguenze di questo blocco così lungo e insensato sarebbero anche peggiori”. Ci ha mai pensato onorevole? E il fatto che l’Italia non attragga più lavoratori dall’estero, le pare un’ottima cosa? Di certo, stavolta causa Covid, non ci saranno decreti flussi quest’anno e nemmeno l’anno prossimo. Quindi, dobbiamo tenerci stretti gli immigrati che abbiamo: regolarizzando chi regolare non è, nel modo più semplice e produttivo, senza pastoie burocratiche. Perché l’emergenza Covid rende indispensabile una sanatoria? Perché le nostre leggi assicurano soltanto, agli stranieri non residenti, cure urgenti al pronto soccorso, ma non l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale e dunque al medico di base. E sappiamo quanto invece si conti sulla medicina territoriale per sconfiggere il virus: quanto cioè sia importante recarsi dal medico ai primi sospetti, invece di arrivare a stadi più avanzati, contagiando gli altri. Sono stati i datori di lavoro dell’agricoltura e della pesca a sollecitare il provvedimento di emersione, promettendo di assumere gli stagionali: altrimenti i prodotti rischiano di rimanere sugli alberi e nei campi. In una recente trasmissione televisiva è stato chiesto a dei giovani italiani con reddito di cittadinanza, residenti in Basilicata, se fossero disposti ad andare a raccogliere la frutta: la risposta è stata un “no grazie”. Quello è un lavoro che tocca agli ultimi, che vanno sfruttati per pochi euro al giorno. Crimi? E cosa risponde, onorevole, al procuratore generale della Corte di Cassazione Giovanni Salvi che, intervistato Da Marco Omizzolo per il magazine dell’Istituto Eurispes ha dichiarato: “Considerando l’emergenza sanitaria e i suoi riflessi non marginali sull’economia, l’unica strada ragionevole percorribile credo sia la regolarizzazione senza altre condizioni degli immigrati presenti nel territorio nazionale”? Il braccio di ferro sulla sanatoria, che vede da una parte la ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova (Italia Viva), favorevole, e dall’altra quella del Lavoro Nunzia Catalfo (5Stelle) contraria, è però su un provvedimento limitatissimo nel tempo (pochi mesi) e nella platea, gli stagionali dell’agricoltura con possibile aggiunta delle colf (pensate se un nostro anziano fosse contagiato dalla sua assistente, o viceversa). Vedremo in queste ore come andrà a finire. Ma è di un’altra misura che abbiamo bisogno. Una proposta da prendere decisamente in considerazione è quella che i giuristi dell’immigrazione hanno inviato al governo e ai ministeri. L’Asgi prevede (e con lei centinaia di associazioni che l’hanno firmata) due possibilità, senza limitazioni di settori: la richiesta di permesso per “ricerca occupazione” della durata di un anno e convertibile alla scadenza, oppure la richiesta di emersione dal lavoro irregolare, con rilascio di un permesso di soggiorno per lavoro, anche questo di durata annuale. Un sistema veloce, per svincolare la regolarizzazione dal contratto di lavoro, evitando il “traffico dei contratti” che ha contraddistinto tutte le precedenti regolarizzazioni. Ci faccia un pensierino, senatore Crimi. E anche lei, ministra