SCONTRO DI MATTEO-BONAFEDE. QUEL REGALO ALLE MAFIE NON S’HA DA FARE

SCONTRO DI MATTEO-BONAFEDE. QUEL REGALO ALLE MAFIE NON S’HA DA FARE

Nino Di Matteo non è una persona qualsiasi, come non lo sono Federico Cafiero de Raho, Nicola Gratteri, Catello Maresca; come non lo erano Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Rosario Livatino. Come non lo sono la stragrande maggioranza di magistrati, giornalisti, politici, avvocati e preti invisi alle mafie. Alfonso Bonafede è ministro della giustizia. Ognuno, secondo i propri ruoli e le proprie responsabilità, ha il dovere di assicurare agli italiani una vita serena, libera dall’insopportabile, fetido, flagello di mafiosi, ’ndranghetisti e camorristi. Tra Di Matteo e Bonafede, in questi giorni, ci sono dei contrasti sbandierati in pubblico. I mafiosi non sono delinquenti comuni. Non amano nessuno, nemmeno i loro stessi figli per i quali giurano di dare la vita. Invasi da una bramosia di potere e di avere sono disposti a tutto. Le mafie sono una pesantissima palla al piede che l’Italia trascina da troppo tempo. Gli italiani, in particolare coloro che hanno pagato sulla propria pelle le malefatte, le vigliaccherie, le prepotenze, le sanguinarie spedizioni di morte di costoro, devono fare uno sforzo non piccolo per tenere a bada un aspro senso di repulsione… CONTINUA SU: