ASSIEPATEVI: È VOSTRO DIRITTO PERCHÉ MANCANO I TAMPONI

A parte il vergognoso titolo provocatoriamente demenziale (un vero e proprioclickbait: andrò a confessarmi appena possibile), oggi facciamo un po’ di sociologia da bar, di quelle che spesso si leggono negli editorialoni che appaiono sui giornaloni, vergati da antropologi, filosofi, epistemologi, ontologi o più semplicemente chiacchieroni che si sono arrampicati su per le alte gerarchie dell’accademia italiana e da lì guardano giù come tanti Marchesi del Grillo. Possiamo chiamare il tema di oggi “e gli altri, allora?”, oppure “meglio i governati o i governanti?” L’occasione è fornita, oggi come qualche settimana addietro, dai famosi “assembramenti”, quelli che mettono oggettivamente a rischio la lotta contro la pandemia. Ultimo episodio, ma solo in ordine cronologico, la “folla” comparsa sui Navigli a Milano ela reazione furiosadel sindacoBeppe Sala. Subito travolto da un ceffone di riprovazione variamente configurata:dai libertari con dottorato in Var calcistico, che si sono messi a traguardare la profondità di campo fotografico per arrivare a concludere che in realtà quel famoso giorno in quel famoso luogo c’era una densità di popolazione equiparabile a quella del Deserto di Gobi, a quelli che hanno dato subito prova di benaltrismo populista con accusa di sciatteria istituzionale: “Si ma i tamponi, allora? Eh? Eh?” Una reazione ed una argomentazione che, lo confesso, mi affascinano molto. Abbiamo (hanno, soprattutto in Lombardia) fatto tamponi pochi ead mentulam canis, e questa è ormai una delle poche certezze acquisite in questo incubo collettivo. Ma questo è necessario e sufficiente per vietare di criticare comportamenti individuali a rischio, come lo struscio assembrato con mascherina rigorosamente abbassata sul mento?