ATTO D’ACCUSA

È incredibile come certa stampa di questo paese sia così puntigliosa, sia così capace di fare l’analisi del capello e vada a caccia di ogni minimo particolare, spesso inventandoseli di sana pianta, quando si tratta di scandagliare fino nell’intimità la vita di una giovane donna e della sua famiglia, tenuti in prigionia per 18 mesi. Ridicoli si ergono a sommi giudici delle libere scelte individuali, giudicando cosa sia giusto e cosa no, emettendo sentenze capitali dall’alto delle loro comode poltrone garantite dai noti padroni.Quegli stessi padroni con cui, invece, sono mansueti, garantisti se serve, ossequiosi, docili, comprensivi.E si dimenticano di adottare il medesimo metodo di inchiesta violenta e sguaiata quando si tratta di fondi pubblici che spariscono nelle casse di qualche partito, o di evasione, elusione fiscale, o di imprese di famiglia e amiche che portano le loro sedi nei paradisi fiscali, o di rapporti internazionali che violano la sacralità dello Stato, della Costituzione Italiana e della dignità del nostro Paese.Lo stesso Paese per il quale giurano di impegnarsi, scatenando su Silvia Romano, o sui migranti o sui meridionali la furia cieca di cui sono capaci, additandoli come nemici dell’Italia, quando i nemici dell’Italia sono quelli che l’Italia se la spolpano da anni, con il silenzio complice.Certa stampa è il braccio armato della destra peggiore di questo paese. E io ne provo pena e vergogna.