“HINTERLAND”, IL POLIZIESCO ALLA GALLESE (DA RECUPERARE)

Sempre per chi ama un certo tipo di polizieschi inglesi ambientati in luoghi sperduti, solitari e suggestivi, tra mare e brughiera. Netflix ripropone le tre stagioni di “Hinterland”, girate tra il 2013 e il 2017. Magari molti le conoscono per averle viste su “Giallo”, il canale digitale, oppure direttamente su Netflix. Ma siccome spesso è difficile districarsi nella folla di titoli ecco il mio suggerimento. Siamo dalle parti di “Shetland”, “Broadchurch” o “Il commissario Wallander”, almeno sul piano dell’atmosfera psicologica e dei paesaggi brulli. Ed Talfan ed Ed Thomas sono gli ideatori della serie, Marc Evans è il regista.Lo spunto? Un poliziotto con una vita precedente a pezzi, confinato in una cittadina dove il crimine sembra non andare mai in vacanza (sennò non ci sarebbe trippa per gatti). In questo caso l’ispettore capo Tom Mathias, incarnato da Richard Harrington, viene trasferito ad Aberystwyth, una piccola città costiera del Galles. Solitario, depresso e mugugnone, Mathias vive in una specie di casa-roulotte sopra una scogliera, ma possiede una lussuosa Volvo (sarà product placement). Il titolo originale, in gaelico, suona “Y Gwyll”, che tradotto in inglese significa “Il crepuscolo”; ma “Hinterland” è più facile da pronunciare e comunque indica l’entroterra di una regione rispetto a un porto o a un tratto di costa.A me piace la scansione: ogni puntata un caso da risolvere, 95 minuti, come fosse un film. Anche se strada facendo affiorano, in una chiave di linea orizzontale, dettagli sulla vita ulcerata del protagonista, come sempre aiutato da una squadra di bravi collaboratori, due sono donne. Le storie sono parecchio fosche, con qualche dettaglio orripilante, ma senza esagerare. Vendette, rancori antichi, orfanotrofi atroci, la terra rubata: insomma avete capito l’aria che tira. Tutti parlano poco, hanno segreti da nascondere. Cieli plumbei, piove sempre, fa freddo, un raggio di sole proprio se dice bene.