NON ESISTONO GLI «ITALIANI», ESISTONO LE PERSONE

Per caso qualcuno di voi ha visto il nuovo spot della Jeep?Guardatelo, se vi capita.Perché spiega in maniera inconsapevole come funziona la retorica nazionalista. “Abbiamo scelto l’Italia perché si è sempre rialzata”.E giù coi primi piani di fruttivendoli, casalinghe, manager e autotrasportatori vari e assortiti. Tutta gente che dovrebbe rappresentare “gli italiani”. Come se l’unico popolo “che si è sempre rialzato” fossimo noi.Come se, boh, i francesi ancora patissero la dominazione tedesca e i tedeschi si stessero riprendendo adesso dalla sconfitta del terzo reich.E come se i tedeschi e i francesi non disponessero di fruttivendoli, casalinghe e manager. Ma sono italiano pure io.Esattamente come Pippo Baudo, Barbara D’Urso, lo zio Michele, Donato Bilancia, Matteo Salvini, Gegia, Lapo Elkann, il barista sotto casa mia, Giacomo Marramao, Nando De Napoli e quello che lancia le bottiglie sulla finestra di Silvia Romano. Cosa ci accomuna?Forse solo la lingua.E in alcuni casi, a dire il vero, neanche quella.La “storia comune”, le “tradizioni”.Che tradotto significa che dovrei sentire più “vicino” o più “simile a me” il coglione che posta bufale sui microchip di Bill Gates rispetto al musicista inglese, al medico camerunese o al videomaker finlandese, principalmente perché entrambi mangiamo la pasta. “Gli italiani”, come concetto, è pura retorica.Non esistono “gli italiani”, esistono le persone.Persone belle e persone brutte, gente meravigliosa e gente orrenda.Come succede pure tra i nigeriani, i norvegesi e i guatemaltechi. Non sento più “vicino a me” uno perché è italiano, sento vicino chi mi è più simile, al limite.E io di sicuro mi sento“più simile” al congolese che condivide con me idee e passioni, che al romano o al milanese che insultano Silvia Romano perché si è convertita all’Islam.E viceversa, ovviamente. Dire che uno è “Italiano” non qualifica nulla, non dice nulla, se non il luogo di nascita sui documenti e, forse, la lingua.E se uno scrive #primagliitaliani, per quanto mi riguarda, con me non c’entra niente.Esattamente come lo jihadista somalo o il suprematista bianco americano. Del resto, come diceva Umberto Eco: “Cosa è il leghismo se non la storia di un movimento che non legge?”