L’INCENDIO E’ QUASI SPENTO MA ATTENTI AI PIROMANI

Che tra governo, regioni e comuni siano stati inanellati tragici errori, ritardi inaccettabili e improponibili sciocchezze non sono io a dirlo, ce lo ha narrato la cronaca giorno per giorno da quel 9 di Marzo in cui iniziò il lockdown. Sono stati 70 giorni in cui si è visto di tutto.Pugni nello stomaco come le bare di Bergamo e divertenti sketch come il Fontana ingarbugliato nella sua mascherina, le lacrime degli infermieri e le risate degli apericenisti. E come sfondo la vergognosa gazzarra di chi, come sempre accade in presenza di disastri, ha approfittato della confusione per realizzare sporchi guadagni economici, politici e professionali. Nonostante tutto e pagando un prezzo altissimo sembra che ce l’abbiamo fatta, il palazzo in fiamme ha subito danni gravissimi ma non è crollato e oggi possiamo provare, con circospezione e con il casco sulla testa, a rientrare. Rientramo tra le pareti annerite e i mobili bruciacchiati e non vediamo l’ora di cominciare a rimettere ordine, ma insieme a noi stanno rientrando nel palazzo anche quelli che avrebbero voluto vederlo bruciare fino alle fondamenta, e mentre noi apriamo una finestra e raccogliamo da terra un soprammobile loro stanno provando ad accendere altri fuochi per completare la distruzione. Non mi riferisco alle critiche sacrosante e ai dibattiti su questo o quel provvedimento, parlo dei piromani a pagamento del tutto uguali a quelli che ogni estate incendiano i nostri boschi. Dobbiamo individuarli ed è facilissimo. Basta scorrere i giornali per vedere come i piromani costruiscano polemiche inventate di sana pianta, con quanta disinvoltura spaccino per scandali nazionali i piccoli episodi di malaffare e con quanta malafede puntino il loro sporco dito contro tutti quelli che, tra mille errori, hanno quasi spento l’incendio una secchiata alla volta. Individuarli è facilissimo, il difficile è neutralizzarli.