A PROPOSITO DEL MES

A PROPOSITO DEL MES

La battaglia, tutta politica, se accedere ai fondi europei senz’altra garanzia che vengano spesi esclusivamente per la Sanità infuria. I cosiddetti sovranisti,in nome di un antieuropeismo senza senso, si oppongono. I Cinquestelle balbettano. Gli altri, a partire dal Pd e Italia viva e Forza Italia, premono perchè l’Italia accetti in prestito quei 30 miliardi del Mes, fondamentali per rilanciare e riformare la nostra Sanità. Per fare in modo che i territori che ne sono rimasti sguarniti dai tagli selvaggi praticati in tutti questi anni dai governi di centro destra e di centro sinistra, a livello nazionale e regionale, possano di nuovo sperare di avere un’assistenza diffusa. Per fare in modo che il numero di medici di famiglia e infermieri venga aumentato. Per fare in modo che Poliambulatori e Case della Salute possano tornare ad avere medici specialisti e personale sanitario e amministrativo al servizio anche del villaggio più sperduto. Per fare in modo che i nostri anziani possano essere visitati in casa da cardiologi, ortopedici o diabetologi e non debbano essere costretti a lunghe code in ospedali lontani o a pagare rivolgendosi alla sanità privata. Per fare in modo che una mamma non sia costretta ad affrontare un viaggio con un bimbo in braccio per farlo visitare da un pediatra. Per fare in modo che in ogni comunità ci sia una guardia medica 24 ore su 24. Per fare in modo che la distribuzione degli ospedali e dei reparti specialistici sia, sí, razionalizzata, ma non a discapito delle popolazioni più isolate. Noi, per quel che riguarda Fluminimaggiore, riprenderemo da subito la battaglia nei confronti dell’Ats regionale per chiedere il cardiologo, il pediatra, l’ortopedico e tutti gli specialisti che da molti mesi ci vengono negati, e la riapertura della Casa Famiglia, ristrutturata vin soldi pubblici e mai riaperta nonostante le promesse. E sarà una battaglia a cui, siamo sicuri, si uniranno tutti i nostri concittadini. La combatteremo fino in fondo e garantiamo che se la nostra voce non verrà ascoltata, se ci verrà detto ancora una volta che non ci sono soldi, ci ricorderemo a tempo debito di chi – a Roma o a Cagliari – a quei miliardi europei ha volutamente rinunciato.