OCSE: SECONDA ONDATA COVID, PER IL PIL ITALIANO, SAREBBE UNA COSA SERIA

OCSE: SECONDA ONDATA COVID, PER IL PIL ITALIANO, SAREBBE UNA COSA SERIA

Secondo l’Economic Outlook presentato a Parigi dall’Ocse (sede dell’Organizzazione), non c’è spazio in questo momento di fibrillazione per messaggi positivi, diventati quasi scaramantici nel vortice della crisi: ‘andrà tutto bene’. L’Ocse, nelle sue Prospettive Economiche, invita anzi a riflettere sull’ipotesi di una nuovo assedio aggressivo di Covid, non ci sono certezze scientifiche al riguardo, ma è possibile che il prossimo inverno si ripresenti l’ondata di contagi. In tal caso le conseguenze sul piano economico, soprattutto per Paesi vulnerabili come l’Italia, sarebbero ancora più deleterie, e per questo occorre essere preparati. Secondo le stime dell’Ocse, nelle attuali condizioni il Pil del Paese dovrebbe subire un calo pari all’11,3% nell’anno in corso, per riprendere quota poi nel 2021  al 7,7%. Qualora tuttavia giungesse una nuova improvvida ondata di Covid-19, il Pil subirebbe un altro colpo più grave, fino a raggiungere il poco lusinghiero traguardo di -14% nel 2020, con un buon recupero il prossimo anno del 5,3%. Il debito pubblico, ruota aberrante  dei complessi processi economici, seguirebbe le sorti della contrazione degli altri dati macro, passando nel 2020 al 169,9%, e quindi la ‘parabola’ dopo avere raggiunto l’acme dovrebbe riscendere al 165,5% il prossimo anno. Le stime dell’Ocse sono condivise anche dal Governatore di Bankitalia Ignazio Visco, il quale, a Bloomberg ha dichiarato che il  Pil, qualora ci fosse una seconda ondata, registrerebbe un calo del 13% circa. Ma accompagna le sue previsioni con qualche nota di ottimismo, dato che prende atto di alcuni segnali di ripresa in alcune regioni, soprattutto per quel che riguarda l’avanzamento dell’occupazione, anche se in generale, la situazione resta critica. Visco esprime parole di apprezzamento per l’operato e le scelte di politica monetaria della Bce, con l’acquisto di asset, precisando che queste scelte non compromettono le riforme avviate in Italia. L’Ocse nelle sue previsioni invita a restare vigili e in allerta, del resto l’Umanità sta subendo una sonora lezione da parte della natura: un invisibile microrganismo è stato in grado d’irridere il progresso tecnologico e la scienza del terzo millennio mettendo in ginocchio un intero pianeta. Per questo, secondo l’Organizzazione, è necessario ‘raddoppiare gli sforzi’,  il Covid ha bloccato un processo di crescita economico sul quale tanto si era investito, pertanto ora è indispensabile che si dia corso alle misure d’urgenza adottate per affrontare la forte crisi che si è innescata, e iniziare senza esitazioni a riprendere un programma di ambiziose riforme strutturali. Queste sono le direttive principali dell’Economic Outlook. L’Ocse punta il suo osservatorio su un settore particolarmente colpito e vulnerabile, ossia il turismo.  ‘La ripresa – avverte – dipenderà dalla tempestività degli interventi, e dalla durata di questo ‘protocollo di cura’.  E’ quindi importante tenere presente che bisogna ridurre i tempi nell’impiego delle risorse messe a disposizione per affrontare le conseguenze dell’emergenza. In Italia il turismo è stato particolarmente colpito, e poiché rappresenta una colonna per l’economia del Paese, saranno i tempi spesi nella gestione della crisi a decidere se la ripresa potrà essere più sollecita. La possibilità di un doppio impatto derivante da una seconda aggressione del  Covid, sarebbe devastante per le numerose piccole imprese legate al settore (sono oltre 50mila solo quelle relative alle strutture ricettive) – fa presente l’Ocse con il suo report. L’Organizzazione insiste tra l’altro sull’esigenza di incentivare l’estensione dei programmi di sostegno al reddito, quale il Reddito di Cittadinanza, che ritiene in questo momento ancora più importante in termini d’inclusività. Insomma l’Italia deve rimboccarsi le maniche e ripartire, come del resto ha già fatto in epoche drammatiche della sua storia, anche se in termini economici è la crisi più grave, e non solo per l’Italia. E’ una crisi che non ha precedenti a livello globale. Il Pil mondiale, infatti, secondo l’Organizzazione parigina, dovrebbe subire una contrazione dell’ordine del 6% nel 2021, la più significativa e dolorosa negli ultimi 60 anni dall’istituzione dell’OCSE. Ma è implicito – fa notare – che la ripartenza transiterà su un ponte che dovrà lasciarsi alle spalle la pandemia da Covid-19, con il totale controllo dei contagi. Sulle previsioni dell’Ocse non concorda il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che ritiene eccessivamente orientate su prospettive pessimistiche. A questo riguardo sostiene il ministro: “L’Ocse non tiene in debito conto gli indicatori reali”, dato che già il mese scorso l’economia dava segnali di ripresa, e il Pil nel 2020 non è distante da -8%, ossia da quello stimato dal Governo. Per quel che concerne il debito il prossimo anno tornerà a scendere” . Il Governo italiano è orientato su previsioni meno drammatiche, per dirla come John Lennon ‘Andrà tutto bene alla fine. E qualora non andasse   bene non sarebbe la fine’ (Everything is going to be fine in the end. If it’s not fine it’s not the end.)