AEROPORTO DI FIRENZE: GIANI CAMBIA STRATEGIA

Alcuni giorni fa Eugenio Giani è tornato, nel corso di una intervista su un importante quotidiano regionale su quella questione dirimente che ormai continua ad essere il nuovo aeroporto di a Firenze.Rispetto ad alcuni mesi fa la sua posizione parrebbe più possibilista e l’entrata in campo della Ceccardi della Lega potrebbe definire meglio le cose.Sta di fatto però che ancora una volta si evita di entrare nel merito, si continua a considerare utile ed e economico quello che in realtà, proprio al tempo degli indirizzi di risposta al Covid 19, viene evidenziato come ulteriormente superfluo.Se poi andiamo a vedere nel dettaglio le indicazioni emerse dalle sentenze dei tribunali che hanno condannato tutto l’impianto progettuale della grande infrastruttura le contraddizioni diventano insuperabili.Non occorre certo esser esperti di volo per comprendere poi come quella infrastruttura abbia limiti che di continuo si sono voluti superare facendo sempre finta che ambiente e persone siano valori da tenere di conto.Come non occorre esser quotati economisti per dire che questa nuova “cattedrale”, oggi più che mai, viste le ulteriori regressioni del settore, di fronte alla presenza dell’aeroporto internazionale di Pisa ed anche di fronte alla struttura di Bologna, evidenzi un completo spreco di risorse oltre che al danno all’ambiente.A meno che non si voglia dire che le forze in campo, gli interessi troppo spesso trasversali, non hanno nessuna intenzione di fare a meno di veder perdere la posta del banco.In questo giocano tutto i contributi pubblici che a decine, a centinaia di milioni di euro che posti sul piatto della bilancia evidenziano bene tutte le spinte che vengono fatte in tutti i campi possibili ed immaginabili.Dice Giani, riprendendo la parte dell’intervista riservata al destino della Piana e sull’area più popolata della Toscana che comprende Firenze, nel suo cuore stesso, e poi Calenzano, Scandicci, soprattutto Sesto, Campi, Prato con tutta la sua provincia ed in particolare Carmignano e Poggio a Caiano, ma anche Pistoia che tutti si curano di non rammentare ma che verrebbe pure toccata dal cono di sorvolo ed atterraggio:“Da trent’anni sostengo l’adeguamento della pista in senso parallelo e non perpendicolare all’autostrada. Era a tal punto la posizione naturale per il volo tanto che l’aeroporto, inaugurato il 5 giugno 1931, vedeva gli aerei volare in modo parallelo a quella che sarebbe diventata l’autostrada Firenze-mare. Credo che una soluzione che porta il cono di volo su un territorio marginalmente abitato rispetto a un cono di volo che oggi vede gli aerei sopra le teste degli abitanti di Peretola, Brozzi, Quaracchi, Osmannoro, Mantignano, Sollicciano, etc… sia scelta ambientalmente più opportuna. In ogni caso è chiaro che in futuro dovremo cercare di più la concertazione con i comuni della Piana, a partire da Sesto, Campi e Calenzano fino a Prato. Sarà importante pensare anche a un trasporto pubblico sostenibile su rotaia come da Peretola al Centro di arte contemporanea Luigi Pecci».Una strizzatina d’occhio ai temi ambientalistici che denota purtroppo il suo opposto e che pare davvero troppo incompleta e tardiva. Un cambio di strategia verso un mondo che mai lo aveva visto attento ai bisogni, ai temi della periferia più “lontana” da Palazzo Vecchio.Il segno di una attenzione al Bene Comune, a quel che ne rimane che ci parso di non aver mai visto fino ad oggi ma che rispettosamente merita attenzione non fosse altro per il rispetto di quanti andranno a crederci.