GIORGIANA MASI E I DIRITTI CIVILI OGGI

GIORGIANA MASI E I DIRITTI CIVILI OGGI

Chiunque passi da Ponte Garibaldi, a Roma, se sarà abbastanza attento, potrà vedere una lapide. Sulla lapide una poesia, scritta da Gloria Guasti, che recita“ se la rivoluzione d’ottobre fosse stata di maggio, se tu vivessi ancora, se io non fossi impotente di fronte al tuo assassinio, se la mia penna fosse un’arma vincente, se la mia paura esplodesse nelle piazze, coraggio nato dalla rabbia strozzata in gola, se l’averti conosciuta diventasse la nostra forza, se i fiori che abbiamo regalato alla tua coraggiosa vita nella nostra morte diventassero ghirlanda della lotta di noi tutte, donne, se …. non sarebbero le parole a cercare d’affermare la vita ma la vita stessa, senza aggiungere altro.”Ed una dedica “ A Giorgiana Masi, 19 anni, uccisa il 12 maggio 1977 dalla violenza di regime”. La storia della morte, melius dell’omicidio, di Giorgiana è abbastanza nota. Una ragazza uccisa da un proiettile calibro 22, partito da non si sa quale pistola; anche se l’allora Ministro dell’Interno Cossiga, ebbe a dire di conoscere il nome dell’assassino. Una ragazza uccisa in un giorno di festa, anniversario della vittoria referendaria sul divorzio, senza un perché, o per un perché che non poteva essere detto, e non può essere rivelato a 36 anni di distanza. Da quel giorno, tutti gli anni, si tiene una commemorazione di Giorgiana. Anche ieri. Ma ieri è stata una giornata particolare. Una giornata in cui, il ricordo della ragazza è stato sporcato, provocatoriamente, dal rigurgito di istanze restauratrici, da un tentativo, e si spera solo quello, di portare le lancette della storia indietro di 35 anni. Da un nuovo attacco ai diritti. La manifestazione per Giorgiana è stata vietata dalla Questura. Un solo corteo al giorno, la motivazione. A Roma, un solo corteo? Ma se la contemporaneità di manifestazione, a volte anche contrapposte, è stata sempre una pratica della città; che la connota, davvero, come città democratica. Ma forse questa connotazione era valida coniugata al passato. Ieri, dunque, una sola manifestazione autorizzata. E di quale manifestazione si trattava? Ma di quella antiabortista, organizzata dal movimento pro-life, ed a cui ha partecipato anche il Sindaco Alemanno, nonché una pletora, più o meno rappresentativa, del sottobosco politico del PDL. Divieto, dunque, della manifestazione in ricordo di Giorgiana, e delle lotte per l’affermazione dei diritti delle donne; autorizzazione per il corteo della manifestazione portatrice delle istanze più oscurantiste e retrograde. Tira una bella aria in Italia, al momento. Tra le interviste che ho ascoltato, fatte ai partecipanti, ve n’è stata una che mi ha lasciato un certo sgomento. L’ex Ministro Sacconi ha, infatti, dichiarato che sarebbe necessaria “una moratoria sui temi etici o il Governo rischia”. E’ l’idea della moratoria sui temi etici che mi ha lasciato basito, nella Nazione che applica questa moratoria sin dalla sua nascita. Dove sui temi etici si è sempre cercato di attuare un silenziamento di ogni discussione potenzialmente pericolosa per le istanze conservatrici. Dove ogni intervento legislativo è sempre stato nel segno di bloccare ogni passo in avanti, verso la modernità conosciuta alle altre Nazioni civili, dalla procreazione assistita alla ricerca sulle staminali. Una Nazione, l’Italia, che sui diritti è ferma all’anno zero; che ha fatto sua la filosofia ricordata da Vendola, sabato, quella della duplicità del tempo dei diritti, dove per quelli approvati oltretevere c’è sempre un presente, gli altri sono sempre coniugati al futuro, ma un futuro che non arriva mai. In questa Nazione serve una moratoria sui temi etici e sui relativi diritti? O forse servirebbe una moratoria sulla moratoria? Un deflagrazione della cappa che reprime i diritti dei singoli, che mortifica le individualità, che uccide istanze e sentimenti di milioni di persone? Tra le parole che ho sentito dai partecipanti alla manifestazione, mi sono trovato particolarmente d’accordo con quelle del Sindaco Alemanno. La legge 194 non è da abrogare o modificare, ma solo da attuare. Concordo pienamente, ed una prima forma di vera attuazione sarebbe quella di impedire l’obiezione di coscienza dei medici, che spesso rendono inattuabile la legge, ed il diritto delle donne, alle condizioni di legge, alla IVG. Ma sul punto rimando al precedente articolo sul tema. L’Italia è sufficientemente preparata a questi attacchi alla libertà ed alla civiltà? E manifestazioni come quelle di ieri assumono la dimensione di legittime, ma fortunatamente mere, manifestazioni di libero pensiero, senza conseguenze sulla legislazione? Siamo abbastanza civilizzati da evitare meccanismi ecclesiastici, per cui tutto ciò che è libertà individuale diventa peccato? Non so rispondere, però rimane da registrare questo tentativo, che non si vedeva da anni, di imporre la shari’a cattolica come legislazione civile. Evidentemente si deve essere registrato, nella società, un aumento di rivendicazioni sociali intollerabili. E si sa, troppa libertà, troppi diritti, nascondo la terribile prospettiva che le persone scoprano che assecondare i propri legittimi desideri non è un fatto immorale. Ma le istanze rivendicatrici dei diritti dei singoli non si fermeranno, solo perché qualcuno ha deciso di tenere la nostra Patria in un medioevo senza fine. Il ricordo di Giorgiana, delle lotte femministe, delle conquiste sociali, delle battaglie per i diritti civili non verranno dimenticate, e saranno protette dalla parte migliore della società. Perchè la primavera dei diritti non può essere bloccata, ma si spera, presto, rilanciata.