FLASH ALGANEWS. DI LUCA POSITIVO AL GIRO

C’era una volta uno degli sport più belli del mondo. C’era una volta una delle competizioni sportive più belle d’Italia. C’erano una volta il ciclismo ed il nostro Giro d’Italia. Ora non c’è più nulla, se non una pallida controfigura dello sport più faticoso, più nobile, più entusiasmante. Che il doping nello sport fosse una piaga è cosa risaputa da tempo, molto tempo. Che nel ciclismo il problema fosse più grosso che in altri sport è cosa nota, tranne che agli addetti ai lavori, che come struzzi, per anni, hanno cercato di nascondere il problema dietro discorsi autolesionisti, decretando con la loro ignavia la lenta morte di uno degli sport più nobili del panorama mondiale. E di casi clamorosi di doping al Giro d’Italia ve ne sono stati tanti. Chi non ricorda, spesso con dolore spesso con incredulità, quando fu diramata la notizia della positività di Pantani. Erano anni che noi appassionati delle due ruote italiane non sognavamo spingendo idealmente un nostro campione su per le salite del Giro e del Tour. La nostra sete di campioni del pedale era finalmente sazia, grazie all’elefantino volante. Forse era troppa. la nostra sete, e forse ciò schiacciò Pantani nelle sue responsabilità. Ma la storia tende a ripetersi ciclicamente. Correva l’anno 2007, ed un trentunenne abruzzese, Danilo Di Luca, infiammava nuovamente il pubblico di amanti del ciclismo con una serie di vittorie mozzafiato. In quella primavera mise le sue ruote davanti a tutti alla settimana internazionale Coppi e Bartali, e poi alla Liegi-Bastogne-Liegi, per concludere con la maglia rosa in quella edizione del Giro. Ma di lì a poco arrivò la sua prima squalifica per il coinvolgimento nell’operazione “oil for drugs”. Pena tre mesi di squalifica. Ma nel successivo giudizio fu assolto dalle accuse mossegli dalla Procura antidoping del Coni. Ma le ombre rimasero tutte. Nel 2009, al Giro del centenario, a cui partecipò con chance di successo, ed arrivò secondo, incappò nel suo secondo caso di doping. Durante quell’edizione, infatti, fu trovato positivo al CERA in ben due controlli. Stavolta i due anni di squalifica non glieli tolse nessuno, sebbene poi ridotti per la sua collaborazione alle indagini. Rientrò nel 2011, ma la sua carriera, avara ormai di grandi risultati si concluderà, quasi certamente, con la giornata di oggi. Infatti stamane, è stata diramata la notizia di una sua nuova positività, stavolta all’EPO, in un controllo del 26 aprile, mentre il Killer di Spoltore, partecipava, con un certo ritardo dalla testa della classifica, al Giro che si sta svolgendo in questi giorni. Durissima la reazione del D.S. della sua squadra, la Vini Fantini-Sella Italia, Luca Scinto. L’ex corridore, oggi direttore della squadra, ha infatti dichiarato “Di Luca è un idiota, non l’ho mai voluto in squadra”. Ma ormai è troppo tardi, troppo tardi per il ciclista abruzzese, e troppo tardi per uno sport che si è giocato tutte le possibilità di fare pulizia al suo interno. Non sono bastati tutti i tentativi dell’UCI, l’unione internazionale, di mettere un freno alla piaga del doping. Non sono riusciti, perché all’interno del gruppo non si è mai voluto fare una vera pulizia, perché gli stessi addetti ai lavori hanno sempre cercato di minimizzare. Chi non ricorda le parole, negli anni passati, quando il fenomeno doping nel ciclismo cominciava ad esplodere in tutta la sua estensione, dei telecronisti, il cui mantra era “non si deve guardare solo al ciclismo, perché l’attenzione non si rivolge agli altri sport?”. E mentre chi doveva sensibilizzare chiudeva gli occhi, il doping ha divorato come un cancro le due ruote. Oggi il mondo del ciclismo si risveglia, nuovamente, con un caso vergognoso, ma saranno già pronti a trovare altri arzigogoli verbali per giustificare, minimizzare, distogliere l’attenzione sul problema più grosso che lo sport attuale abbia. In tutto ciò, ci si mette anche il maltempo a funestare la corsa rosa. Oggi era prevista una delle tappe più affascinante, la Ponte di Legno-Val Martello, col mitico Sestriere, ma il mal tempo ha costretto gli organizzatori ad annullare la tappa. Ed a rischio è anche la tappa di domani, con l’arrivo alle tre cime di Lavaredo. Ma questa primavera nevosa sta flagellando la corsa rosa. Quasi quanto il doping sta flagellando tutto il movimento.