MARIO BORGHEZIO: ” SONO NAZISTA E FASCISTA”. LA FIGURACCIA ITALIANA ALL’EUROPARLAMENTO

MARIO BORGHEZIO: ” SONO NAZISTA E FASCISTA”. LA FIGURACCIA ITALIANA ALL’EUROPARLAMENTO

Il suo essere “differenzialista” non lo ha salvato, Mario Borghezio è stato espulso dall’eurogruppo parlamentare EDF (Europa delle libertà e della democrazia). Già autosospesosi dopo le frasi contro il Ministro Kyenge, la recente intervista a Panorama ha fatto precipitare le cose. In effetti, se non fosse bastato un razzismo mai nascosto, l’europarlamentare della Lega ha fatto dichiarazioni decisamente forti. Tra l’ammissione di essere “un po’ nazista e un po’ fascista” e la rivelazione storica per cui “i regimi totalitari hanno fatto anche cose buone e positive”, dopo la rivelazione teologica di “essere più a destra di Dio” e i ricordi giovanili in cui confessa “di non aver mancato neanche un movimento di destra, per cui ha simpatizzato”, conia la sua nuova posizione di differenzialista, ideologia nuova di zecca che si muove tra la politica dell’immigrazione, e secondo cui sarebbe preferibile che i neri restassero nei loro Paesi, e la sociologia, scoprendo che il meticciato è un obbrobrio perché inquina le razze. Chiaramente un differenzialista convinto come lui non potrebbe mai pentirsi per le frasi rivolte al ministro di colore, ed infatti alla domanda del giornalista la sua risposta è stato un convinto no. Ma questa intervista non è piaciuta troppo ad uno dei due copresidenti del gruppo, l’inglese Nigel, che venerdì ha mandato una mail ai 32 europarlamentari che formano il gruppo, chiedendo se si dovesse procedere con l’espulsione. Poiché le risposte affermative hanno superato i 2/3, oggi è stata formalizzata l’espulsione. E pensare che la Lega Nord ha quasi un terzo dei rappresentanti, ed un leghista, Speroni, è l’altro copresidente. Ma niente da fare, i deputati dell’EDF, pur non apertissimi alle istanze dell’immigrazione, essendo tutti rappresentanti di partiti ultra conservatori e nazionalisti (Partito Popolare Danese, Ordine e Giustizia, Veri Finlandesi, ed altri), non sono riusciti ad accettare le sparate del nostro. Ciò tra l’altro è sintomatico di come in Europa anche i partiti più nazionalisti mal sopportino uscite obiettivamente razziste. Ora nessuno imporrebbe loro di convincersi che il meticciato non corrisponde ad una forma di inquinamento razziale, ma bensì ad una via per migliorare l’evoluzione, però è un dato di fatto che non accettino che un loro compagno di gruppo lo dica in un’intervista. Che lo abbiano fatto perché il differenzialismo sia a loro ostico da comprendere, o solo per motivi di marketing politico (possibilità valida soprattutto per gli inglesi del Partito per l’Indipendenza, che mirano a sottrarre voti ai Conservatori, in uno dei Paesi più multietnici del pianeta) non ha importanza. La lezione data ai razzisti di casa nostra speriamo sia compresa. Lezione innanzitutto di comunicazione e stile. Ma per Borghezio sembra che le cose si facciano difficili anche in Italia. Il segretario della Lega Nord, Salvini, è stato categorico “Certe cose potrebbe risparmiarsele, gli inglesi si sono rotti le balle. Io personalmente l’ho difeso fino alla morte, ma ha detto alcune cose fuori luogo. Si puo’ fare battaglia sull’immigrazione senza parlare di Ku Klux Klan o di meticciato”. Non pensiamo che l’esponente della Lega possa trarre alcun insegnamento da ciò, è una persona troppo vera per adeguarsi ai toni diplomatici della politica, e troppo differenzialista per apprezzare il buono della mescolanza delle razze. In compenso l’Italia ha fatto l’ennesima brutta figura europea, e stavolta i conti pubblici non c’entrano proprio, ma solo l’arretratezza “differenzialista” di alcuni nostri esponenti politici.