UN GIORNO ANCHE LE DONNE SARANNO PROTAGONISTE ALLE OLIMPIADI. FORSE
Le Olimpiadi. Uno degli eventi sportivi più attesi a livello mondiale, (ri)nato nel 1896 grazie alla nobile intenzione del barone francese Pierre De Coubertin che inizialmente cercava una spiegazione per la sconfitta francese nella guerra franco-prussiana del 1870-71. Pensò che il motivo potesse risiedere nella scarsa preparazione fisica dei soldati e volle impegnarsi per migliorarla. Ma soprattutto voleva trovare il modo di avvicinare le nazioni. Niente guerre, nessuno spargimento di sangue, solo una sana competizione fra i giovani atleti delle varie parti del mondo e un sano tifo dove riversare tutta la tensione e far comprendere la realtà dei fatti: si è tutti uguali. Peccato che, nonostante alcuni casi di bellissimo spirito sportivo che ogni tanto brilla luminoso, le Olimpiadi siano oscurate da sempre dalle lunghe ombre di episodi di razzismo, scorrettezze, il famoso doping e uno spiccato sessismo. È dal 1900, primo anno in cui le donne poterono partecipare ai giochi olimpici (anche se in via ufficiosa) che sono soggette alle leggi maschiliste degli sport. Da sempre considerate più deboli dell’uomo, non hanno mai avuto la giusta gloria come riconoscimento. Quest’anno però, in quanto a diffusione di questo pensiero, complici i social network, la situazione pare aver raggiunto vette inaspettate. Mai nessuno avrebbe creduto che le atlete non venissero lodate per i loro enormi sforzi e sacrifici, per il loro talento e per la loro forza, ma che invece venissero valutate solo in base al loro aspetto, comparate ai colleghi maschi o notate per fatti decisamente futili. Come successo a Corey Cogdell (medaglia di bronzo al tiro al volo) o Katinka Hosszu (medaglia d’oro e nuovo record mondiale dei 400 metri misti individuale) che si son viste soffiare i meritati riflettori dai nomi conosciuti dei mariti. Perché giustamente sono loro i campioni del tiro e del nuoto, mica Corey e Katinka. Oppure ciò che è successo alla giovanissima promessa dell’anno Simone Biles (quattro medaglie d’oro nella ginnastica artistica) e a Katie Ledecky (quattro ori e un argento nel nuoto e detentrice di ben due record mondiali). Che addirittura sarebbero talmente brave nei rispettivi sport e talmente forti che i vari giornalisti proprio non riescono a far a meno di compararle continuamente agli uomini. Perché non sia mai che una donna possa essere un po’ più brava di qualche uomo. E poi altre esilaranti assurdità: possiamo ricordare l’infelicissimo commento del responsabile marketing dell’NBC “alle donne lo sport non piace e non sono interessate ai risultati, seguono più che altro il percorso degli atleti come se fosse un mix fra un reality show e miniserie tv” o il commento del telecronista Jim Watson “è un po’ come se stessero al centro commerciale” sulla squadra americana di ginnastica mentre discuteva a bordo campo e intanto dominava la classifica. Ma la peggiore, per la massiccia presenza di notizie, rimane l’oggettificazione del corpo della donna. Puoi essere preparatissima nel tuo sport, forte, determinata ed esserti esercitata una vita; ma se non sei anche figa, non verrai mai notata davvero ed anzi, riceverai dei “simpaticissimi” nomignoli. E se sei anche figa? Beh, lo sforzo non conterà ugualmente e finirai fra le rubriche di famosi giornali e settimanali tra “le 10 atlete con il sedere più bello”. Ciò che risulta insensato è che è un tema scottante, e al momento in molti ne parlano. Tutto però tace da parte di molte testate giornalistiche di varie nazionalità. Si sentiranno per caso colpevoli di aver aiutato la divulgazione di certe idee? Stupisce particolarmente che si sia messa così in luce una delle più grandi piaghe di sempre, perpetuata nei secoli ai danni delle donne, ma che almeno non si pensava venisse tranquillamente sbandierata dalle gaffe di commentatori occidentali. Purtroppo la mentalità maschilista è da sempre radicata e la maggior parte della popolazione mondiale (si, anche le donne) ci si ritrova, anche senza rendersene conto. Ogni volta che si tende ad avere pregiudizi perché “le donne si comportano sempre così e gli uomini non sono veri uomini se non fanno cosà” è una sconfitta per l’umanità. Molti blog, tra l’altro, hanno pensato di stilare una classifica sugli atleti olimpionici di sesso maschile più belli. Ma non è così che dovrebbe essere la libertà femminile, questo è solo giocare allo stesso stupido gioco. La parità esisterà solo quando alle donne verranno riconosciuti gli stessi identici diritti e riconoscimenti, senza più lotte di sesso senza alcun fondamento. Siamo nel 2016, a Rio 2016. Dovremmo solo festeggiare la tenacia e l’impegno degli atleti. Di tutti gli atleti.
