DOPO LO SCIPPO DI G8 E G7, ALLA MADDALENA E’ SCADUTO IL BANDO DI BONIFICA

L’arcipelago della Maddalena, a nordest della Sardegna, è costituito da undici isole che viste insieme sono ciò che ci possa essere di più vicino al Paradiso. Basta dire che Giuseppe Garibaldi, che aveva viaggiato abbastanza in giro per il mondo, aveva scelto proprio una di esse, Caprera, per riposarsi e morirci.A Santo Stefano, invece, c’era una base per sommergibili statunitense e alla Maddalena, l’isola più grande, l’intera unità militare.Anche per invertire questa tendenza, nel 1994, all’interno dell’arcipelago è stato istituito il Parco protetto di La Maddalena, un sistema gestito di autorizzazioni per il diporto, la pesca e le altre attività economiche a esso connesse.Convinti nel 2008 gli Americani a lasciare l’isola, rimase però un’economia locale in affanno, oltre a una pesante eredità di strutture da bonificare.Era necessaria l’occasione giusta per far ripartire l’economia dell’isola, orfana dei militari, che per un secolo avevano garantito indotto e profitti, e quest’occasione pareva che fosse arrivata nel 2009, quando l’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in occasione del G8 di quell’anno, aveva fatto partire i lavori di costruzione degli edifici che avrebbero ospitato l’evento.Tutti sanno come andò a finire… il 23 aprile, a lavori ormai avviati, Berlusconi decise di dirottare il summit all’Aquila, reduce dal terribile terremoto del 6 aprile.Quello che tutti i maddalenini hanno ribattezzato lo “scippo 2”, però, è maturato proprio quest’anno, ed è nato dalla decisione di Renzi di spostare il G7 del 2017 da La Maddalena, già ufficiosamente designata dai pronostici quale sede del summit, a Taormina, provocando una rivolta stizzita in Sardegna.Eh sì, perchè dietro la seconda beffa c’è il danno, astronomico, determinato, oltre che dal mancato utilizzo delle avveneristiche costruzioni sorte nell’area del vecchio arsenale, 500 milioni buttati al vento, da una maldestra bonifica affidata a un’impresa che aveva scaricato nelle acque circostanti, del Parco marino protetto più importante del Tirreno, ogni sorta di residui, dall’arsenico agli idrocarburi, dal piombo al mercurio…Ma la lotta del Governo regionale sardo e soprattutto del Comune di La Maddalena non si è fermata, ed ha portato all’avvio dell’appalto per delle vere bonifiche dell’area dell’ex Arsenale.Ora il bando è scaduto, per l’esattezza alle ore 13.00 di lunedì scorso.Un’occasione questa, l’ultima, che l’attuale governo non può più snobbare se vuole, al contempo, riparare gli errori del passato e soprattutto garantire il riscatto da troppo tempo atteso di un’area tra le più belle del Mediterraneo e da una comunità ingiustamente sfruttata da scelte estranee ai propri interessi e spesso animate da un intento unicamente speculativo.