BUONI PASTO, DA OGGI SI CAMBIA
Entra in vigore da oggi il decreto emanato dal Ministero dello Sviluppo Economico (pubblicato lo scorso 10 agosto in Gazzetta Ufficiale) relativo ai cosiddetti “buoni pasto” forniti dai datori di lavoro ai propri dipendenti in sostituzione del servizio di mensa. Secondo i dati forniti dal ministero, i ticket sono utilizzati da circa 80mila aziende, ad usufruirne circa 2,5milioni di lavoratori prevalentemente del settore privato per un giro d’affari complessivo di 3 miliardi di euro l’anno. Diverse le novità contenute:1) superato il divieto di cumulabilità (anche se finora quasi del tutto inapplicato), da oggi il lavoratore potrà utilizzarne fino a 8 alla volta;2) esteso l’ambito di utilizzo anche ad esercizi finora esclusi. Non solo supermercati, bar e pizzerie ma anche agriturismi, tradizionali o del pesce, mercati e spacci aziendali. Unica condizione: acquistare prodotti alimentari presso gli esercizi convenzionati con la società emettitrice. Rimangono invariati invece alcuni divieti: cederli a terzi, utilizzarli in giornate non lavorative, convertirli in denaro. Inoltre “sono utilizzabili esclusivamente per l’intero valore facciale“, ovvero il valore dell’importo specificato sul buono, escludendo così la possibilità di resto. Qualora invece l’acquisto di bevande o alimenti superasse il costo del ticket, l’eccedenza è interamente a carico del lavoratore. Rimane invariato anche il numero dei ticket attributo ad ogni lavoratore: uno per ogni giornata lavorata. In Italia l’utilizzo del buono pasto si è diffuso a partire dagli anni 70 diventando in poco tempo una realtà consolidata e diffusa. Anche e soprattutto per i vantaggi economi che comporta: non sono soggetti a Irpef , l’Iva è detraibile al 100%
