CAZZULLO AL TG1 : I FIGLI SO’ PIEZZ’ E MARCHETTA

CAZZULLO AL TG1 : I FIGLI SO’ PIEZZ’ E MARCHETTA

Diciamolo: siamo abbastanza uomini di mondo da non scandalizzarci per una marchetta delTg1. Da che mondo è mondo, e da che Rai è Rai, non si lesinano certo favori ad amici, famigli e colleghi, quindi che nel primo notiziario pubblico trovi posto un servizio sul nuovo libro di Aldo Cazzullo, (5.480.576 spettatori: uno spot sarebbe costato milioni), vabbé… Ma la marchetta cazzullesca alTg1dell’altra sera aveva del prodigioso, e la segnaliamo perché potrebbe aprire una nuova frontiera. Ebbene sì, Cazzullo ha scritto un fondamentale saggio sui giovani che guardano il cellulare a tavola (e a scuola, e ovunque), e l’ha scritto coi suoi figli, che già sarebbe materia per Telefono Azzurro. Poi, non contento dei paginoni delCorrierescritti a sei mani coi pargoli, è andato in scena al Tg di mister Orfeo, sempre coi ragazzi. Lui a dispensare le sue massime da fila alla posta (“Non si parla più a tavola”, signora mia!), e loro, poveretti, a ribattere, felici come adolescenti rapiti da Boko Haram, con una faccia che diceva: scusatelo, è un vecchio lagnoso, ma non è cattivo. A ravvivare il teatrino, le scritte in sovrimpressione: i messaggi whatsapp dei ragazzi, in modo che anche lo spettatore delTg1, (età media128 anni) potesse cogliere la vertiginosa profondità del discorso. Per il libro di Cazzullo, insomma, non bastava la marchetta semplice, ci voleva una sceneggiatura, una regia e la grafica. Tutto lavoro del servizio pubblico, giornalisti, montatori, effetti speciali. A loro va, naturalmente parte della nostra solidarietà. Non tutta, purtroppo, perché dobbiamo tenerne un po’ da parte per i giovani Cazzullo, costretti non solo a parlare col padre (che già… che palle!), ma a parlare col padre del perché preferiscono usare il cellulare piuttosto che parlare col padre. Coraggio, ragazzi!