TORINO, LO STALKER LE OFFRE 1.500 EURO E LEI RIFIUTA. ASSOLTO
La chiamano “giustizia riparativa”quella applicata dal Tribunale di Torino che ha assolto uno stalker dal reato commesso in virtù di una sanzione pecuniaria. Una sentenza che sta facendo discutere gli stessi legislatori che l’hanno varata ed indignare i cittadini che continuano a domandarsi che fine abbia fatto la dea bendata che dovrebbe soppesare equamente i pro e i contro dei reati commessi e subiti.Per il giudice essere assolti dal reato di stalking costa appena 1500. Una cifra scandalosamente irrisoria, che più che riparare ha il torto di aggravare il danno subito. Ne sa qualcosa la vittima, una giovane donna dell’entroterra torinese perseguitata a lungo, ovunque andasse, dallo stalker assolto dal giudice. Durante l’udienza del rito abbreviato l’imputato ha offerto appunto i 15000 euro come risarcimento del danno, cifra sdegnosamente rifiutata dalla parte lesa. Somma però considerata “congrua”dal Gup Rosanna La Rosa che ha imposto alla vittima di accettare dichiarando, in tal modo “estinto il reato per condotte riparative”. Fin qui i fatti. Rimane l’amarezza per una sentenza che avrebbe dovuto prevedere ben altre pene da comminare piuttosto che la monetizzazione per un danno alla persona. Quale messaggio, ci si domanda, un banale risarcimento economico possa veicolare per atti di siffatta specie? Il grave turbamento psicologico subito da chi è vittima di stalking, la sofferenza provata, la quotidianità messa a soqquadro, la vita, tutta, sconvolta da precauzioni da prendere e paure costanti da tenere a bada non ha prezzo. E’ una ferita che non si rimargina. E averla voluta suturare con pochi spiccioli ha il sapore della beffa. E’ bastato staccare un assegno per estinguere uno dei reati peggiori alla persona. Da qui l’indignazione di Donatella Ferranti, presidente della commissione Giustizia della Camera:“Scopo della ‘giustizia riparativa’ non è eliminare i fascicoli dal tavolo degli uffici giudiziari. Ma valutare la congruità di un risarcimento integrale e quindi la volontà dell’imputato di riparare e di riconnettersi con la società”, ha commentato a caldo dopo la sentenza.“Ma è anche un problema di formazione della magistratura perché è un istituto nuovo: bisogna imparare a maneggiarlo con cura altrimenti si rischia di fare danni”, ha ribadito.E poiché altre sentenze potrebbero andare nella stessa direzione, aggravando il reato piuttosto che “ripararlo”come lo spirito della normativa vorrebbe, gli stessi legislatori starebbero pensando ad una soluzione drastica: escludere lo stalking dall’istituto della giustizia riparativa. “La sentenza di Torino sottende disprezzo per la donna in quanto sottodimensiona in modo assurdo il danno da vero torturatore cui l’aveva sottoposta lo stalker, rovinandole la vita per un lungo periodo“, a dirlo Laura Puppato, senatrice Pd. Chi non è affatto stupito né sorpreso è Celeste Costantino, della segreteria nazionale di Sinistra Italiana, poiché, sostiene “È perfettamente in linea con lo stato in cui vive questo Paese la violenza fisica che subisce la donna. Coi ‘se l’è cercata’, ‘l’ha provocato’, ‘guarda come andava vestita’. Questo decadimento culturale ostentato non può non avere ricadute anche in ambito giudiziario. Anche le sentenze sono frutto dei tempi. E purtroppo questo tempo, questa politica non è favore delle donne”. No, nulla sembra essere a favore delle donne. Neanche la benevolenza di un giudice donna. E forse questo fa ancora più male
