GIOVANNINO GUARESCHI, LA BEFANA E IL CLICKBITE PRIMA DEL DIGITALE

GIOVANNINO GUARESCHI, LA BEFANA E IL CLICKBITE PRIMA DEL DIGITALE

C’è una tendenza di molti giornalisti e osservatori dei media  a lamentare una presunta decadenza del giornalismo italiano attribuita al cosiddetto “clickbait”,  cioè alla pubblicazione di materiali e specialmente di titoli ammiccanti per “ragioni di traffico”. Ho sempre considerato un po’ limitata questo tipo di critica, perché lascia trasparire una spesso inconscia nostalgia per un’età dell’oro del giornalismo, che – come tutte le età dell’oro – non è mai esistita. In particolare mi è sempre sembrato che si sottovalutassero alcune culture e prassi professionali che sono da sempre intrinseche al giornalismo in genere e a quello italiano in particolare. La famosa “Legge delle tre S”, per esempio, era citata con un certo simpatico cinismo nelle redazioni ben prima dell’avvento di internet e dell’universo digitale. La legge afferma che ci sono tre argomenti che veramente “tirano” nei giornali, quelle che trattano di Sangue, Sesso e Soldi. Aggiungete a questo una certa abilità di titolazione allusiva ed enfatica e il gioco è fatto. La cosa mi è rivenuta in mente rileggendo loZibaldino, la collezione di racconti famigliari scritti daGiovannino Guareschia cavallo della guerra, una vecchia copia del quale ho ricomprato su una bancarella di Pisa durante… l’Internet Festival. Nella seconda parte ho trovato un raccontino che parla proprio di quel che potremmo chiamare il “clickbait pre-digitale”. Certo,Giovanninoera un simpatico provocatore di umorista, un estremista dell’assurdo, ma forse ci aiuta a riacquistare un po’ di prospettiva storica. Con un sorriso.