SUPERATA PRIMA FASE BREXIT

SUPERATA PRIMA FASE BREXIT

Notte di frenetiche trattative a Bruxelles per l’incontro che stamani ha visto siglare l’accordo sulle trattative per procedere alla seconda fase sulla Brexit.Alle 7 è iniziato un incontro tra i leader Ue guidati da Jean-Claude Juncker e Theresa May. Il premier è decollato nella notte da Londra con il segretario alla Brexit David Davis.Che l’accordo fosse ad un passo dall’essere sancito si era capito… Anche dal fatto che Martin Selmayr, il Capo di Gabinetto del presidente della Commissione europea, abbia postato su Twitter, pochi minuti dopo l’avvio del vertice: “un comignolo da cui sbuca una fumata bianca”… Jean-Claude Juncker ha detto alla Conferenza Stampa di questa mattina: “È stato un negoziato difficile, ma ora abbiamo una prima svolta, sono soddisfatto dell’accordo equo che abbiamo raggiunto con la Gran Bretagna” ha poi aggiunto che adesso si dovrà “guardare al futuro in cui la Gran Bretagna è un amico e un alleato…”, “un periodo di transizione”, ma “faremo un passo dopo l’altro”. “Ora ci stiamo tutti muovendo verso la seconda fase sulla base di una fiducia rinnovata”.Theresa May ha tenuto a dire rassicurando, che quanto raggiunto costituisce un miglioramento significativo rispetto a quanto era stato concordato lunedì scorso: “Abbiamo lavorato duro” per arrivare a un accordo sulla Brexit, “non è stato facile per entrambe le parti, ma ora ci siamo”, ha detto la May, che ha assicurato che quello raggiunto rappresenta “un miglioramento significativo”, “…nel migliore interesse del Regno Unito”. Saranno tutelati “i diritti di oltre 3 milioni di cittadini Ue che vivono in Gran Bretagna” ai quali sarà applicato il “diritto britannico in corti britanniche”, questo quanto compreso nell’accordo tra Gran Bretagna e Ue, che sarà sottoposto il 14 e 15 dicembre al vertice Ue.Per quanto riguarda il ‘conto’ del divorzio, è “un’intesa equa per i contribuenti britannici che consentirà di investire di più nelle priorità nazionali”.La Gran Bretagna, si impegnerà ad evitare di erigere quella che viene definita: “una frontiera fisica” tra l’Irlanda e l’Irlanda del Nord.A Dublino si esprime soddisfazione su questo punto dell’accordo.Il primo ministro irlandese, Leo Varadkar, ha aggiunto che l’accordo rappresenta “la fine dell’inizio dei negoziati”.Il Presidente dell’Unione Europea Donald Tusk ha parlato delle difficoltà che ci saranno per la costruzione di una nuova relazione, dopo la separazione, dichiarando: “Le sfide più difficili sono ancora davanti a noi…”. “Possiamo negoziare subito con Londra le condizioni del periodo di transizione di due anni, richieste dalla Gran Bretagna che, vuole rimanere membro dell’Unione doganale e del mercato interno, ma questo alle nostre condizioni, e avviare le trattative sulle relazioni future tra Ue e Regno Unito”.Tusk ha informato di aver già inviato ai Paesi membri, la documentazione utile alla decisione che dovranno prendere a metà dicembre e ha aggiunto che, durante il periodo di transizione fra la data formale di ritiro del Regno Unito indicata per il 29 marzo 2019 e la data di ritiro effettivo, il Regno Unito dovrà rispettare “tutte le Leggi dell’Unione incluse le nuove Leggi”, gli impegni di bilancio, la supervisione Ue e i relativi obblighi. Dal 29 marzo, in ogni caso, le decisioni nell’Unione europea saranno prese da tutti i Paesi. Antonio Tajani, Presidente dell’Europarlamento, ha espresso la soddisfazione per l’intesa: “una buona notizia per i cittadini”, si legge in un suo tweet. “Il Parlamento presenterà una risoluzione con la sua posizione mercoledì prossimo, prima del vertice Ue”, ha aggiunto.“Ho appena parlato con May della Brexit”, ha scritto ancora Tajani. “Andremo avanti con spirito costruttivo lavorando per il nostro comune futuro”. L’ACCORDOLondra dovrà impegnare 40/60 miliardi di euro a garanzia dei “diritti speciali” per 4 milioni di europei. L’intesa, riporta il Financial Times, apre la strada ai negoziati commerciali. Il premier britannico e il presidente della Commissione europea hanno siglato un documento di 15 pagine che fa il punto della situazione e indica ai negoziatori il percorso per una seconda fase di colloqui. REGOLAMENTAZIONE DIRITTI E CORTE UENell’intesa comune viene riconosciuto “il ruolo della Corte di Giustizia Europea come arbitro ultimo dell’interpretazione della legislazione dell’Unione”. Allo stesso tempo, si legge nel testo della comunicazione della Commissione Ue, competerà ai tribunali britannici occuparsi delle cause sollevate dai cittadini Ue sulla tutela dei loro diritti. I giudici britannici potranno rivolgersi alla Corte Ue per questioni interpretative “entro 8 anni” dall’entrata in vigore delle norme sui cittadini.Altre questioni che hanno goduto di particolare attenzione nell’accordo riguardano la tutela dei diritti pensionistici, i bambini e tutti i cittadini europei dei 27 paesi oltre alla possibilità di dare sicurezza a tutte le aziende per poter prendere decisioni. La GB onorerà tutti gli impegni presi anche oltre il 2020 e continuerà in questo modo il processo di negoziato intrapreso, per arrivare alla seconda fase. Ancora c’è molto da fare per essere approvato.La May, contenta del lavoro diplomatico, potrà investire di più all’interno del Paese per la Sanità e l’Istruzione per l’integritá e l’Economia del Regno Unito.–Michael Gove, l’ideologo della Brexit e ministro dell’Ambiente, s’è detto soddisfatto per il risultato, a suo giudizio l’intesa “libera la Gran Bretagna da limitazioni e vincoli che ci tenevano agganciati al passato”. Gove si dice in particolare “felicissimo” del fatto che l’accordo confermi l’uscita del Regno dalla giurisdizione della Corte Europea di Strasburgo. MAY IN DIFFICOLTA’Un momento delicato per la premier Theresa May, la ristretta maggioranza che sostiene il Governo dove pesa l’atteggiamento rigido “del partitino unionista del Dup sul decisivo quanto spinoso dossier irlandese” e “il Partito Conservatore, diviso fra pragmatici ed euroscettici duri e puri”. I primi presentano un’avanguardia di 19 deputati euro-moderati che fanno pressione per non farsi imporre la linea dai “falchi” e ad accettare un compromesso con Bruxelles. Mentre nella corrente avversa, almeno una trentina di “ultrà” pronti a far saltare il banco del fronte sulle concessioni eccessive. Entrambi i gruppi, hanno i numeri per essere determinanti. Philip Hammond, capofila delle “colombe” nell’esecutivo è in polemica con la May, smentendo il calcolo (che definisce prematuro) fatto dal ministro delle Finanze al quale il Regno Unito sarà costretto a pagare “40 miliardi di sterline” anche nel caso di un’uscita finale… CRITICHE DAGLI EUROSCETTICIIl capo del Foreign Office (un dicastero del Regno Unito responsabile della promozione degli interessi del Paese all’estero), Boris Johnson, torna a parlare da ‘brexiteer’, dichiarando di non essersi pentito d’aver mandato a quel paese Bruxelles quando temeva quella che definì “un’estorsione” da 80-100 miliardi di sterline) quanto sulla necessità d’escludere qualsiasi intesa non consentisse all’isola di “riprendere il controllo dei suoi confini, delle sue leggi, del suo denaro”. Il leader degli Euroscettici, Nigel Farage ha espresso parere aspro verso ciò che a suo modo di vedere sarà l’accordo. Sempre secondo le dichiarazioni di farange, l’Inghilterra dovrà accettare nuove umiliazioni dalla Ue.