VENEZUELA SI TORNA ALLE URNE: 335 SINDACI DA ELEGGERE TRA “SAN PETRO” E LA FAME

Tornare in Venezuela dopo soli venti giorni è vedere l’Avila, la montagna che scende alla città come al mare, trasformata in un grafico economico su cui le nuvole rotolano come la moneta verso profondità sconosciute. Partito con un euro che valeva cinquantamila bolivares tornato con un euro che vale, oggi 8 dicembre, 112619,75 bolivares – quotazione del mercato parallelo della valuta creatosi con il blocco cambiario del 2003. Domenica, in questa crisi che cambia tutto ma non cambia nulla, si vanno a eleggere 335 sindaci e si voterà nuovamente per il governatore dello stato Zulia. Juan Pablo Guanipa, unico tra gli eletti dell’opposizione rifiutatosi di sottomettersi all’assemblea costituente è stato destituito per questo motivo dal suo incarico di governatore dello Zulia.Inoltre il panorama politico è arricchito da una resa dei conti all’interno del partito del governo, con arresti per corruzione di figure emblematiche del madurismo come l’ex Ministro del Petrolio Eulogio Del Pino e l’ ex Presidente dell’Impresa Petrolifera del Venezuela – PDVSA – Nelson Martínez. Eletto a gennaio di quest’anno dal presidente Maduro con queste parole: “Conta con più di 30 anni di esperienza nell’area del petrolio ed energia, nonostante sia un uomo giovane, fa parte di una generazione di rivoluzionari che s’è formata all’interno dell’industria petrolifera”. Si parla di migliaia di milioni di dollari spariti in paradisi fiscali. Al suo posto era stato nominato poco prima del suo arresto, guarda il caso, il generale di turno Manuel Quevedo, generale di Brigata e capo del Comando Regionale numero 5 della Gran Caracas.Queste pulizie pre-elettorale all’interno del partito del governo pare servano a garantire la candidatura dell’attuale presidente Maduro alle prossime presidenziali come candidato unico ed eliminare così la possibile candidatura di una delle figlie di Chavez.In questa chiave si leggerebbero le dimissioni di Rafael Ramirez dal suo incarico di rappresentante permanente del Venezuela all’ONU, nella storia del chavismo é stato il primo presidente di PDVSA a coprire l’incarico per dieci anni di seguito, riconfermato sia da Chavez che da Maduro e adesso “rifugiatosi” in Ecuador.All’angolo di strada, dove intorno a Juana venditrice di caffè si riuniscono tutti i giorni gruppetti di persone che discutono di politica si ascolta questo: ”io vado a votare” , “io no”, “ma poi a che serve?”. Il risultato delle ultime elezioni, sia quelle dell’assemblea costituente sia quelle dei governatori, hanno ridotto al minimo storico la partecipazione politica della gente. Neanche i camion che passano cantando le gesta eroiche dei vari candidati e che da sempre attraevano al loro passare nugoli di persone ballando, adesso arrancano per l’Avenida Sanz a testa bassa come ciclisti in salita e senza fiato.I partiti che appartenevano al blocco dell’opposizione ma che hanno deciso di partecipare alle elezioni sono: Comité de Organización Política Electoral Independiente (Copei), Unidad Popular Venezolana (UPV), Avanzada Progresista (AP). Non presentano candidati i partiti oppositori: Voluntad Popular (VP), fondato dal leader dell’opposizione Leopoldo López, agli arresti domiciliari, Primero Justicia (PJ), di cui è segretario generale il presidente dell’Asamblea Nazionale (AN), Julio Borges , Acción Democrática (AD), il cui presidente è Henry Ramos Allup, definito il “tumore” all’interno della MUD dall’ ex governatore e candidato presidenziale Capriles Radonski e infine i due partiti Causa R, y Alianza Bravo Pueblo (ABP). In totale sono 18 su 22 i partiti a livello nazionale che parteciperanno al voto di domenica prossima.Intanto il venditore di biscotti mi annuncia che il nuovo prezzo passerà da 21mila a 41mila bolivares mentre la carne è diventata, in questo mondo estremo, meno cara di quella viva che attraversa marciapiedi infiniti. Non cambia nulla se guardi dalla finestra la città distendersi, il saccheggio della spazzatura è oramai un’abitudine, le auto passano, i passanti vanno al lavoro, a fare la coda quella del riso o del pane o di quello che dio e la rivoluzione concedono. Tutti più magri e più silenziosi, tesi e la violenza assedia. Nei primi 4 mesi dell’anno si sono registrati 5486 morti violente di persone comprese tra i 17 e i 30 anni. L’osservatorio per la violenza in Venezuela così registra la crescita degli omicidi: “dai 4.500 nel 1998 ai 28.479 del 2016, e molto probabilmente ai 30.000, o forse più del 2017”.Tra le misure del governo per contrastare la crisi economica e il blocco economico degli USA e della UE qualche giorno fa il presidente Maduro ha annunciato la creazione di un bitcoin venezuelano il “petro”. Anzi il “San Petro” come lo ha definito lo stesso presidente che per il venezuela dovrebbe essere il nuovo Santa Claus. Riguardo la campagna elettorale bisogna sottolineare che i 5 euro , pari a uno stipendio minimo che è quello che guadagna l’80% della popolazione, regalati non ad ogni venezuelano ma solo a quelli che sono in possesso del “Carnet de la Patria” sistema di identificazione stabilito dal governo per conoscere lo status socioeconomico della popolazione e rendere agile il sistema delle “missioni bolivariane”, in particolare la gestione dei pacchi di alimenti.Tra monete elettroniche e mancanza di banconote e il riconoscimento della necessità di un corridoio umanitario per medicinali e cibo da parte di tutti e da tutti messo in discussione per veti politici , domenica si va a votare: per chi affama meglio. Buona giornata elettorale Venezuela.